mercoledì 16 aprile 2025

🎤UNA CHACCHIERATA LIETA E NON DA BRAVA CREATOR🎙️

 

Screenshot dal mio video

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Wattpad 🖋️, e ridaje con Tribuzia e ridaje con Gene Hackman e consorte, madò ☠️☠️, lo so che non ci state capendo nulla ma aspettate a guardare il video.

Guardatevi il video appunto perché sono su Wattpad così se non sapete cosa fare date un'occhiata pure lì (io sono questa https://www.wattpad.com/story/392878960?utm_source=android&utm_medium=link&utm_content=story_info&wp_page=story_details_button&wp_uname=EnricaMerlo), cos'è Wattpad? Ve lo spiego nel video, poi parlo della indecente storia di Gene Hackman et consorte e di varie ed eventuali. 

Ed ecco l'articolo che mi ha fatto rizzare i trucioli in testa ➡️🐀 https://www.ilmessaggero.it/AMP/persone/gene_hackman_villa_infestata_topi_hantavirus_come_si_e_diffuso_morte_moglie-8780847.html In fin dei conti sono una creator digitale e devo digitalizzare e creare anche se in genere in video, preferirei parlare di libri ma arriverò anche a questo.

Buona visione e ascolto a tutti. Che poi io creator digitale lo sono sempre stata ma adesso va di moda così. Perdonate, miei cari lettori, lo sfogo.





#wattpad #scrittura #scrivere #raccontare #enricamerlow #GeneHackman #topi #ratti #orrore #attualità #tribuzia











Enrica Merlo
per
MI MANCANO I FONDAMENTALI e profilo facebook 

Mercoledì 16 aprile 2025

martedì 15 aprile 2025

RACCONTI©️: IL MISTERO DELLA TOMBA DI TRIBUZIA parte III💍

Immagine creata da me con l'ausilio della tecnologia AI della Contessa Anita Frescobaldi Stellati di Pratombroso


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***


Nessuno, in realta' conosceva l'autentico nome di battesimo della Contessa Anita Frescobaldi Stellati di Pratombroso. Anche sulle sue carte, sui suoi spesso misteriosi documenti i nomi e i titoli si rincorrevano come figure di un affresco destinato a sfumare nel tempo. Ma quel che era chiaro a chiunque l’avesse incontrata almeno una volta nella vita, era che si trattava di una donna nata per lasciare un segno, in qualsiasi frangente Lei agisse, affari, rapporti sociali, titoli, azioni. E, come avrebbe voluto lei, anche la sua eventuale uscita di scena non sarebbe stata da meno.


Il tumore era stato diagnosticato l'autunno precedente, uno di quegli autunni tiepidi in cui la Toscana pare trattenere l’estate per sé, come un ultimo capriccio, un capriccio che alla Contessa pareva una sorta di inchino sontuoso alla sua volta. La notizia era arrivata con la gentilezza glaciale dei medici della costosissima clinica privata alla quale in  ultimis Anita Frescobaldi Stellati di Pratombroso si era rivolta per avere la certezza di quella sentenza di cui lei era ben consapevole -mai nella vita infatti o comunque raramente aveva sbagliato una diagnosi, che riguardasse la sua salute o la salute del suo cospicuo patrimonio- e lei l’aveva accolta con un sorriso sottile, simile a quello che riservava agli ospiti piu' noiosi durante i suoi sfarzosi ricevimenti.


«Ho sempre preferito concludere io le conversazioni, qualsivoglia argomento trattassero», disse, fissando il viale di cipressi dal terrazzo della sua dimora. «Perché non dovrei scegliere anche il mio congedo, dunque? Sono ancora in grado di affascinare sia uomini che donne non voglio assistere al lento ma inesorabile disfacimento del mio corpo e' un pensiero che mi tedia profondamente" fu la lapidaria conclusione dell'incontro con i medici.

Fu proprio in quei giorni che convocò l’Archeologo, l'ambizioso e capace studioso di cui amici fidatissimi le avevano parlato.


La loro conversazione fu breve, eppure pesante come le lastre che la squadra dell'Archeologo avrebbero dovuto sollevare per accedere alla tanto agognata tomba di Tribuzia. La Contessa parlò con la calma di chi sa già di avere nelle sue mani chi o cosa desiderava. Grazie ai suoi contatti al ministero della Cultura la Contessa offrì all'incredulo Archeologo  l'accesso completo alla cripta sepolta sotto alle maestose colonne dei Fori Imperiali, una parte del sito che per anni era stato protetto con ostinazione dai membri dell'Universita' per cui Lui lavorava. In cambio chiese "solo" una cosa: che fosse poi lei a essere sepolta nella tomba di Tribuzia, e che potesse indossare l’anello con il cameo che raffigurava Tremellius, il figlio prematuramente scomparso di Tribuzia. L'Archeologo infatti non aveva risparmiato i particolari a quella Donna alla quale era impossibile porre un diniego; si', avrebbe permesso a quell'uomo ambizioso o -credeva di leggere dietro a quegli occhi all'apparenza duri e disincantati, piuttosto ossessionati non tanto dal ritrovamento archeologico in se' quanto piuttosto da Tribuzia stessa per la quale sembrava provare una sorta di ansioso e tormentato senso di protezione- di essere colui il quale avrebbe fatto la scoperta del secolo se non del millennio, o almeno cosi' gli avrebbe fatto credere. Una cosa inspiegabile per la scaltra Contessa l'ossessione dell'Archeologo e si chiedeva se mai avrebbe scoperto cosa si celava dietro a tanta cùpida solerzia. Ma forse non l'avrebbe mai svelato e del resto non era cio' che piu' le premeva, ormai. 

Sorseggiando un prezioso liquore sulla sontuosa terrazza in compagnia del trepidante Archeologo, dopo un lungo silenzio carico di pensieri che come veli sembravano sfiorargli il viso "Non è solo un gioiello», disse con voce quasi impercettibile, «è la chiusura di un cerchio. Io sono l’ultima erede della mia millenaria famiglia. Dopo di me, nessuno saprà nemmeno più pronunciare il nome Pratombroso. Io devo avere quell'anello. Quell'oggetto e' carico di una tale energia che potrebbe farmi vivere in eterno se solo lo desiderassi». Li' per li' l'Archeologo fu percorso letteralmente da una sorta di tetro presentimento ma infine il suo pragmatismo ebbe la meglio e vide le inquietanti parole della Contessa come il vaneggiamento di una donna troppo ambiziosa, abituata ad ottenere ogni cosa e ahimè malata e celatamente disperata.

Il piano della Contessa Anita Frescobaldi Stellati di Pratombroso era tanto assurdo quanto perfetto, quasi agghiacciante. L’Archeologo ebbe una sorta di esitazione dopo la spiegazione della Donna ma non negò la richiesta ricevuta, comprese che quel gesto non profanava, bensì celebrava il passato; il passato di Tribuzia ed il futuro della Contessa. Lei aveva previsto tutto. Ogni dettaglio invece, ogni dettaglio pero' di cui l'Archeologo non era a conoscenza.

Arrivo' "Il grande giorno". Per celare il fatto che la sua sepoltura sarebbe avvenuta proprio il giorno esatto dell'apertura della tomba di Tribuzia (ah!! Se solo l'Archeologo avesse saputo che la Contessa aveva ben altri piani per lui) furono allestiti in gran segreto abiti rituali, cuciti da un’antica sartoria di Firenze sulla base di iconografie romane autentiche. Per mascherare la sua morte avrebbe comunicato all'inconsapevole Archeologo che il giorno prima dell'apertura ufficiale della tomba e la mattina stessa avrebbe alloggiato presso una lussuosissima spa per prepararsi "al grande evento", mai l'Archeologo, che in cuor suo era sollevato dal fatto di potersi liberare almeno un giorno dalla presenza elegante ma altrettanto opprimente della Contessa, avrebbe immaginato un simile colpo di scena e soprattutto da quello che poi ne sarebbe conseguito: non era infatti quella la procedura che la Contessa aveva pattuito con il Ministero...e con Lui.

Tuniche avorio, fibule d’argento, e persino un velo ricamato a mano che richiamava i fasti delle Matronae dell’età imperiale. La Contessa, ancora viva, supervisionò ogni dettaglio con una lucidità inquietante. Parlava della propria sepoltura come di un’opera teatrale in tre atti.

Il primo atto fu l’ingresso nella tomba, una calda sera d’estate, sotto la luce fioca delle lanterne.

Il secondo fu la sua veglia solenne, accompagnata da un quartetto d’archi che eseguiva una selezione di lamenti barocchi, nulla di romano, in fondo era pur sempre Anita.

Il terzo atto fu il più commovente: la Contessa, ormai quasi del tutto spegnendosi, fu condotta nella camera sepolcrale in una lettiga di legno scuro. Le fu messo l’anello al dito, con mani tremanti e deferenti da parte degli uomini suoi piu' fidati. Nessuno pianse. Lei stessa, appena prima di chiudere gli occhi, bisbigliò: «Non è la fine… è solo il mio ingresso nella storia.»


Quando il coperchio in pietra fu chiuso sopra di lei, l’Archeologo dormiva un sonno inquieto che l'avrebbe portato verso un mattino, cosi' lui credeva, di gloria e riconoscimenti ma che invece era solo l'inizio di un'assurdo atto non previsto dalla magnificente opera teatrale della Contessa Anita Frescobaldi Stellati di Pratombroso, morta ma piu' viva che mai a tirare le fila di vite presenti e passate. Non c’erano più voci, né vento. Solo l’eco distante di un’anima che aveva voluto farsi leggenda.


FINE (per ora...)


Racconto soggetto a copyright©️ la riproduzione di parte del racconto dovrà essere vagliata inviando una mail a enrica.merlo@pec.it l'uso improprio verrà segnalato ai sensi di legge. Racconto scritto da Enrica Merlo.






Enrica Merlo
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MI MANCANO I FONDAMENTALI e QUELLA DONNA E' UNA LIBRAIA MANCATA

Martedi' 15 aprile 2025

sabato 12 aprile 2025

🫂BELLE STORIE🫂


Immagine dal web: Michael Blake e Kevin Kostner

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***

Kevin Costner aveva un amico che stava attraversando un periodo molto difficile.
Per aiutarlo, Costner aveva pensato di procurargli quando gli si presentavano, piccoli o grandi scritti,  sceneggiature, incarichi di scrittura; pur apparentemente impegnandosi molto questo "amico" non riusciva ad ottenere altro che critiche negative.
Kevin Kostner, ebbe poi a raccontare che la situazione stava diventando esasperante da parte sua e che ne andava della credibilità del suo "amico" ma anche della sua stessa. Questa cosa cominciava a renderlo piuttosto intollerante.

Un giorno, sopraffatto dalla rabbia, dalla frustrazione e preso anche da una sorta di vittimismo parossistico, l'amico il cui nome era Michael, sbottò brutalmente nei confronti di Kevin:
“Odio Hollywood. Odio tutti voi.”
Costner non ci vide più e cominciò a perdere letteralmente la pazienza e gli disse senza troppi giri di parole che forse, invece di incolpare il mondo per i suoi fallimenti, avrebbe dovuto impegnarsi di più e guardare meglio dentro a sé stesso se non fosse proprio la sua interiorità a renderlo inviso alla maggior parte delle persone. La stoccata finale -forse per scuoterlo una volta per tutte- fu quella di dirgli:
“Forse non sei abbastanza bravo”.
La discussione che ne sorse fu talmente accesa che Kevin Costner pensò che il loro rapporto fosse definitivamente sulla via del deterioramento e che la loro amicizia era destinata a finire.

Una settimana dopo tuttavia, Michael si ripresentò a casa di Kevin Kostner chiedendo nuovamente alloggio poiché non aveva più un posto dove poter stare come si era sospettato son dall'inizio. Nonostante il loro cocente litigio 
Costner lo accolse nella sua casa, un'altra volta.

Michael rimase alcuni mesi, scrivendo febbrilmente ogni notte. Spesso chiedeva a Costner di leggere ciò che stava scrivendo, ma lui si rifiutava, ancora amareggiato e deluso dal comportamento dell'amico.

Col passare del tempo, Michael iniziò a leggere delle storie alla figlia di tre anni di Costner, ogni sera, ma questo non venne visto di buon grado, forse giustamente visto e considerato quante se ne sentono in giro, dalla moglie di Kevin, che chiese a Michael di andarsene e di impegnarsi a trovare una degna sistemazione.

Michael finì a lavare piatti in un ristorante cinese in Arizona.
Continuava a telefonare a Kevin Costner, chiedendogli se avesse letto il suo manoscritto.
Costner no, non aveva ancora perdonato le numerose intemperanze dell'amico, tuttavia gli inviava denaro, coperte, viveri e sacchi a pelo per rendere la sua vita un tantino più confortevole… ma il testo scritto da Michael rimaneva chiuso, sigillato. Un giorno però, finalmente, Costner si decise a leggere quello che Michael gli aveva lasciato, questo misterioso manoscritto – redatto durante la sua permanenza a casa sua, e continuato anche nei momenti più duri, nel retro di quel ristorante.

Quella sceneggiatura si intitolava "Balla coi lupi".
Michael Blake ne era l’autore. Il resto è storia.

Il film ricevette 12 nomination agli Oscar e ne vinse 7, tra cui Miglior Film.
Kevin Costner vinse l’Oscar come Miglior Regista.
E Michael Blake, ex lavapiatti e scrittore incompreso, vinse l’Oscar per la Migliore Sceneggiatura non originale.

Questa storia al contempo dura ma commovente ha certamente un suo insegnamento: Se hai un sogno, riconoscilo, cerca di metterlo in pratica anche se con fatica, custodiscilo con cura e dedizione. Fatti conoscere con decisione ed umiltà.
Se desideri qualcosa, lotta per ottenerla.
Non cercare scuse.





Enrica Merlo
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MI MANCANO I FONDAMENTALI 

Sabato 12 aprile 2025

martedì 8 aprile 2025

RACCONTI©: IL MISTERO DELLA TOMBA DI TRIBUZIA parte II 💍

Foto generata da me con l'ausilio della tecnologia AI : Tribuzia, Tremellius e l'Archeologo



L'odore di olio d'oliva e vino speziato gli solleticava le narici. Il fruscio leggero delle tende di lino grezzo mosse dalla brezza del mattino, si mescolava ai richiami lontani dei venditori nel foro. L'Archeologo apri' gli occhi lentamente. Il soffitto a cassettoni dipinto con motivi floreali e scene di caccia, non aveva nulla a che vedere con la stanza d'albergo del suo precedente risveglio.

Si sollevo' su un gomito. Il letto, sul quale erano drappeggiate morbide e leggerissime coperte di lana, era ampio; Accanto a lui una Donna dormiva ancora, i lunghi capelli raccolti in una treccia disordinata. Il respiro regolare, la linea delicata del viso...il cuore di Lui accelero'. Tribuzia.

Senti' un rumore nella stanza accanto. Con un riflesso istintivo quanto circospetto si alzo' e attraverso' la soglia della camera in cui si era appena destato. Il pavimento decorato da un mosaico, raffigurava scene mitologiche: Ercole ed il Leone di Nemea, Orfeo che incantava le fiere. Ma l'Archeologo non aveva occhi per questo...in piedi davanti ad una piccola tavola imbandita con fichi, pane e formaggio, un ragazzo dagli occhi azzurri lo fissava con un sorriso fiducioso. Tremellius.
"Padre?" la voce del ragazzo era sicura ma carica di aspettativa. L'Archeologo senti' un'ondata di emozioni travolgerlo. Il figlio che non sapeva di avere, il figlio che aveva pianto in un'altra vita senza purtuttavia comprenderne la perdita, ora.
 

I giorni passavano in un susseguirsi di eventi del tutto nuovi per Lui eppur cosi' familiari. La Villa di Tribuzia, la sua Villa, era un rifugio incredibilmente accogliente, con giardini profumati di mirto e fontane d'acqua limpida. Al mattino, l'Archeologo, accompagnava Tremellius dal suo maestro, un anziano ma gioviale Grammaticus che gli insegnava greco e retorica. Restava ad ascoltare, fingendo di essere un padre qualsiasi, assaporando profondamente quei momenti.
 
A pranzo si riunivano sotto al portico ombreggiato. Servitori versavano vino diluito in coppe d'argento e il pane appena sfornato ed ancor caldo, veniva spezzato con le mani. Tribuzia rideva ai racconti di Tremellius e l'Archeologo si sorprendeva di quanto tutto gli sembrasse cosi' vivacemente ed autenticamente naturale. Nel pomeriggio camminava nel Foro con Tribuzia osservando l'andirivieni della citta'; lei gli parlava di politica, delle tensioni tra senatori, del futuro di Tremellius con un lieve sorriso e le guance che si imporporavano per la tenerezza. Lui ascoltava, cercando di ricordare quale destino la vita avrebbe riservato a quelle persone che ora amava e che gli pareva di amare da sempre.

Nonostante la felicita' e l'apparente perfezione della loro vita, l'Archeologo avvertiva un'ombra su di se'.

Talvolta, nel riflesso dell'acqua delle fontane, Lui vedeva il proprio volto mutare, gli occhi apparentemente perduti in un'altra epoca, come se per una briciola di istante la realta' si sgretolasse.

Una sera mentre accarezzava i capelli di Tremellius quietamente addormentato, Tribuzia si sedette accanto a lui in un lieve soffio e gli prese la mano. "Sei inquieto ultimamente, sembri aver perso la pace di un tempo...guardi me e Tremellius come se avessi paura di perderci". L'Archeologo non rispose poiche' nella profondita' del suo essere era convinto di sapere, anche se non ne comprendeva il perche' e il come, che quel mondo non era il suo e cominciava a provare una sorta di cupa disperazione poiche' mai avrebbe voluto abbandonarlo.


FINE (per ora)


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Enrica Merlo
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Martedi' 8 aprile 2025

lunedì 7 aprile 2025

MI MANCANO I FONDAMENTALI: 📚BOOKSHOP FONDAMENTALE📚



MI MANCANO I FONDAMENTALI: 📚BOOKSHOP FONDAMENTALE📚:

PER VEDERE I LIBRI SCORRETE LA PAGINA  ⤵️ Ed ecco il mio BOOKSHOP FONDAMENTALE dove inserirò con calma 😉 libri in eccedenza che mi stanno...

Il mio BOOKSHOP tutto da scoprire accurato e con libri di qualità.











Enrica Merlo
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QUELLA DONNA È UNA LIBRAIA MANCATA 

Lunedì 7 aprile 2025

mercoledì 2 aprile 2025

IL MISTERIOSO CASO DEL WOK 🍳 O DEL WOKE 😈? 😆😆😆

 

Foto da Google 🤣🤣🤣


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STORIE DI VITA VERA

Mi chiedevo: "ma cosa significa esattamente woke?" E mo' chiedo a Marty " Come si scrive vu doppia oooo kappaaaaaaaa?" Non ho sentito la EEEEE finale e m'è uscito questo (cit da Google -Padellone di ferro, di forma conica con fondo arrotondato o semisferico, usato nella cucina cinese e cantonese-). Rimango un po' basita, un po' tanto perché parlano tutti di sti woke e mi sembrano tutt'altro bohhhhhh, so' tipo cativi.

E guardo Marty che comincia a cambiamme colore verso il viola/porpora e mi fa "aggiungi una e finale" allora m'è uscito questo (cit. da Google -Neologismi (2021)
inv. | (iron.) Persona che, esibendo il proprio orientamento politico progressista o anticonformista, ha un atteggiamento rigido o sprezzante verso chi non condivide le sue idee-) ahhhhh eccoooooooooooo!!!! Morale: Siam finite a ghigna' che manco ai tempi de Marty (piccolo ancelo aveva otto anni s'è sbajata e ha detto che il film di Marilyn se intitolava "A qualcuno piace Carlo") e ho ancora mal di stomaco dal ride adesso e....se po' di'? A Marty s'è fatta a pipì adosoooooooooo!!!

Io so' uscita fora per respira' che con la mitrale mitragliata cominciavo ad avere qualche scompenso e me trovo Er postino fuori che manco è uscito da a machina dalla paura, Dio, so' viva pe' mmiracolo. Basta woke annatevene a f@nculo e pure i wok, io continuo a cucinare co' l'antiaderenteeeeeeee!!!!!

Avviso agli utenti: quando sbrocco comincio a parla' romanesco 😆

Per i miei lettori di lingua straniera, avverto che sarà un po' difficile per voi tradurre in modo efficace questo articolo poiché è un misto tra lingua italiana e dialetto romanesco. Mi scuso con tutto il cuore 🙏😊💙



Enrica Merlo (un po' rimbambita)
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Mercoledì 2 aprile 2025