martedì 11 marzo 2025

I GROSSI PROBLEMI ESISTENZIALI DI ENRICA MERLO 🤪: NON HO DI MEGLIO DA FARE? NO, NO, DA FARE CE N'E' SEMPRE.

 
Immagine creata da me tramite tecnologia AI (dovrebbe rappresentare uno pneumologo)

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Salve a tutti. Allora, qualcuno lo sa, qualcuno no, comunque qualche giorno fa ho scritto un articolo molto accorato su Papa Francesco. Non e' che mi sto tirando indietro sia chiaro, ma volevo puntualizzare che piu' che nei confronti del papa il mio articolo era rivolto allo penumologo riguardo al quale avevo letto su un articolo. Siccome tutti bla bla e bla parlavano praticamente soltanto dei dati tecnici della malattia di cui sta soffredo il Papa (che poi ne ho sofferto anch'io nel 2015 ma di ospedali manco l'ombra, ma io sono "ciovane", piu' o meno, non faccio abbastanza testo) e nessuno di questi giornalisti parlava di come stava moralmente o meglio di "chissa' come sta moralmente il santo Padre" allora mi son detta ahhhhhh finalmente qualcuno con un po' di cuore che parla anche della quotidianita' semplice di un paziente cosi' particolare cone il Papa. Il mio rammarico e' solo quello di non aver acchiappato il nome di questo pneumologo cosi' almeno lo si citava degnamente (qui sopra nel mio immaginario, lo pneumologo 😃).

Facciamola breve allora. Da qualche tempo dunque, facciamo un quindici giorni via, mi son presa in fissa con sta faccenda di leggere tutti i bollettini medici del Papa. cosi', boh, come vi avevo anticipato io non e' che sia molto in asse con le idee di questo Pontefice pero' quando una persona sta male, sta male che uno sia d'accordo con quello che dice o meno, fa pena insomma, fa tenerezza, almeno un pochino dai, a meno che non sia Hitler in persona allora li' dai magari insomma un cuscino in faccia....nooooooo scusate non volevo dire una cosa cosi' terribile ma mi capite no? Quindi, sta di fatto, e l'ho detto sull'articolo, l'ho detto sulla diretta che ho fatto su fb (il cui video magari se mi prende bene carico pure qui), l'ho detto ovunque che mi son presa con sta faccenda in modo un pochino cronico ecco forse il termine giusto e' proprio cronico.
Dai che ti ridai ho cominciato a leggere anche altri articoli, a guardare video finche' e qui casca l'Enrica Merlo, mi salta fuori su Mediaset Infinity un video con Padre Georg (non mi fate scrivere il cognome per favore senno' sto qui fino a domani mattina, faccio prima a caricare una bella fotina cosi' specialmente voi fanciulle capite di chi parlo e lo spiegate anche a fidanzati, amanti, mariti e compagnia bella).



Foto che non dovrebbe essere soggetta a copyright perche' e' uno screenshot fatto da me durante le mie febbrili ricerche video/episcopali

 Cooooooosa non mi salta fuoriiiiiiiiiiii!!!!!! Ma che robe proprio brutte non su Padre Georg che poraccio alla fine e' stato quello che ci ha rimesso di piu' ma su Sua Santita', con tutto il rispetto, ma tanto tanto tanto rispetto eh. Con la consueta sincerita' ed il modo diretto che ha di dire le cose -cavolo, assomiglia un po' a me- (che secondo me e' anche il motivo per cui se l'e' tirate addosso oltre che per il fatto che a 70 anni suonati din don dan e' ancora un omino mica da ridere mannaggia a lui e all'abito talare, secondo me erano tutti gelosi a mille) insomma ha detto che il giorno dopo che e' mancato Papa Benedetto che lui gli era rimasto appiccicato come un francobollo fino a qualche ora prima, Francesco lo piglia da parte (il buon Georg) e gli dice "ah bello mo' tu pigli e te ne vai al fresco coi tonni in riva al mar Baltico" cosi' con molta malagrazia e anche poca sensibilita' secondo il mio modesto parere visto e considerato che - me lo lasci ancora due giorni a piangere sulla tomba del suo Padre spirituale sto poraccio?- NO. Georg piglia i suoi due stracci e va in riva al Mar Baltico e ancora lo dobbiamo vedere adesso. Ma c'e' anche un'altra cosa che non volevo dire ma la dico, insomma la dico proprio alla buona cosi' ci capiamo, quando Benedetto se n'e' andato dal Vaticano, quando s'è dimesso insomma, sempre Francesco dopo un po' gli dice a Georg: "Adesso tu molli tutto qui in Vaticano e te ne stai con Benedetto a guardarlo, buono, buono, gli fai da badante e bon. Non ti preoccupare "piccolo ancelo", che quello che facevi tu glielo famo fa a quarcun'artro", et voila', liquidato dal Vaticano il buon Georg. La cosa bella pero' e' che Georg ha fatto come Garibaldi con il Re "OBBEDISCO" e Francesco secondo me ha rosicato non poco. Ma la chicca deve ancora arrivare che se non fosse che forse non si puo' lo pubblicherei, giuro, e' il video (andatevelo a vedere sempre su mediaset infinity) del Papa che dice durante la predica o omelia o come si chiama non me ne intendo "NON FATEVI SEDURRE DA FALSI IDOLI, DA PERSONE CHE PENSANO AD AFFARACCI LORO E CHE APPAIONO TROPPO" adesso le parole non son proprio queste ma le prime si' e il povero Georg che stava li' davanti con tanto d'occhi un po' perche' ancora piangeva per Papa Ratzinger un po' perche' "ma che sta a di' questo" insomma una delusione ho provato forse ancora peggio della faccenda degli animali...dai non fatemi sempre ripetere "non tenete troppi animali che poi state sempre dal veterinario fate bambini e portateli dai pediatri" brutalmente il senso era questo, insomma m'e' cascato proprio non un idolo certo senno' sarei anch'io attratta da falsi idoli, ma m'e' cascata l'idea proprio del senso di essere un uomo di chiesa; ma cosa vai a dire in faccia e pubblicamente pure delle cose cosi' offensive ad uno che solo perche' e' bello a te un po' girano e poi voglio dire adesso, ma pure Gesu' era un gran figo e se ne andava in giro a fare quel che gli pareva e che gli sembrava giusto e sacrosanto senza stare li' a chiedere tanto in giro se poteva o no (occhio Padre Georg che Gesu' ha fatto una pessima fine) altroché servizi su Vanity fair che poi era vestito di nero semplice semplice e ri-poi, diciamocela tutta...ma cavolo non siamo mica nell'anno zero siamo nel 2025 un po' di sportivita' e pure Papa Wojtyla (che papa meraviglioooooso era pure quello davvero, insieme a Benedetto, dolce, dolce caspita) sciava che manco Gustav Thoeni.


Foto pixabay non soggetta a copyright. Lui e' Gesu' e non credo sapesse sciare.

 Insomma per farla breve m'e' un poco, poco, pocolino caduto un mito che non so se si puo' definire un mito un Papa ma insomma andate a braccio e cercate di capire. Con questo per carita' auguro davvero, davvero il meglio a Francesco, che, come si dice parrebbe star rapidamente guarendo e gli auguro che prestissimo possa tornare nei luoghi vaticani, quali che siano non ci e' ancora dato saperlo, glielo auguro davvero con tutto il mio cuore (anche se prendo i betabloccanti ma vale lo stesso). Pero' il rappresentante del buon Dio (che quante ne deve vedere e sentire solo lui lo sa, il buon Dio intendo) sulla Terra non mi puo' uscire con ste cattiverie da vecchiette di paese quelle che stanno col foulard nero in testa a guardar le persone passare per la strada. NO cosi' non si fa, e ci arrivo pure io pensate un po'. E se lo sapevo prima non mi sbobbavo tutti sti bollettini catarrosi e anzi sapete una cosa? Lunga vita davvero a Francesco ma se capitasse il peggio, richiamate il buon Georg dai tonni, fatelo cardinale alla veloce ed eleggete lui Papa che dopo tutta sta 💩 che ha dovuto ingoiare mi pare il minimo (cosi' parlo' Enrica). Ed ora addio a tutti perche' dopo questo articolo credo che mi daranno in pasto ai cinghiali.


Il cinghiale non e' soggetto a copyright. Quel mucchietto scuro sotto al suo muso sono i miei poveri resti.




Enrica Merlo
per
MI MANCANO I FONDAMENTALI

Martedi' 11 marzo 2025


I termini "ciovane" e "piccolo ancelo" sono stati fraudolentemente presi in prestito da Il Trono del Muori (clicca) che spero non si arrabbi manco lui altrimenti qui ho tutta Italia che mi odia.  Il video di cui parlavo ve lo metto in link ma se ci tenete a vederlo fate veloce che adesso le dirette facebook durano solo 30 giorni ➡️ VIDEO

Betabloccanti ➡️ CHE SONO (clicca)

giovedì 6 marzo 2025

Passato e presente: crescere con genitori ANAFFETTIVI e accorgersene solo quando si è ADULTI 🥹

 

Immagine generata da me con AI


L'Amore è il primo nutrimento di un bambino. Pur non essendo un qualcosa di tangibile, quando viene a mancare crea durante la crescita un senso tale di solitudine e di abbandono da fare sì che il bambino/a si chiuda sempre di più, che cerchi piuttosto compagnie immaginarie che reali. L'anaffettività genitoriale non è necessariamente sinonimo di violenza o trascuratezza quanto piuttosto mancanza di tutti quei gesti che danno calore al bambino, abbracci, parole di conforto tanto da fare sì che crescendo senta di non essere degno di essere amato, di essere esso stesso/a la causa di quell' atteggiamento da parte dei genitori, quindi scatta il meccanismo che porta il bambino a doversela cavare da solo a non dover mai chiedere aiuto; questo atteggiamento spesso continua anche durante l'adolescenza e la post adolescenza quando ad una richiesta di un consiglio il genitore dimostra fastidio, senso di seccatura. Ci sono dunque tutta una serie di frasi che il bambino cresciuto nell'anaffettività pronuncia anche e soprattutto da adulto anche se non se ne rende conto:


1) NON MI PIACE CHIEDERE AIUTO

Spesso chi ha avuto genitori emotivamente distaccati ha imparato molto presto a cavarsela da solo. Anche il gioco diventa un momento di isolamento in cui il bambino tende a trovare luoghi in cui nascondersi per sentirsi protetto. Una qualsiasi richiesta di aiuto, anche piccola, viene percepita come un segno di debolezza o come qualcosa che non verrà accolto e quindi porta il bambino/a ad un forzato senso di autosufficienza, assolutamente non normale per un infante.


2) NON MI SENTO MAI ABBASTANZA

L'assenza di riconoscimento emotivo o di un qualsiasi tipo di approvazione da parte dei genitori porta ad un livello di insicurezza estremamente elevato. Chi cresce con genitori anaffettivi ha spesso l'impressione di dover dimostrare, anche quando non ve n'è la necessità, di essere più "in gamba" degli altri per meritarsi l'amore e l'attenzione genitoriale.


3) NON MI PIACE PARLARE DI ME

Nasce una sorta di chiusura anche da grandi. Persone che apparentemente sembrano molto aperte e solari hanno la tendenza a parlare di "altro" o "altri" e poco di se stessi e dei propri bisogni. Spesso non dimostrano, anche se lo vorrebbero, l'amore, l'affetto o il trasporto verso le altre persone, faticando anche a dire un semplice ti voglio bene o un ti amo. Il bisogno di proteggere il mondo interiore solitario a cui ci si è abituati con gli anni diventa una barriera contro il possibile rifiuto o l'incomprensione da parte dell'altro.


4) SE MI AMANO PRIMA O POI MI ABBANDONERANNO

Se un bambino/a ha avuto una carenza o instabilità affettiva sviluppa un dolorosissimo timore di essere abbandonato/a, dai genitori prima e dai compagni dopo, generando rapporti spesso sbagliati e rimanendo attaccati a persone erronee per anni pur di avere quella parvenza di cura e amore che spesso invece è soltanto sfruttamento da parte di persone che percepiscono la debolezza del soggetto, e che quindi inevitabilmente tendono a trarne profitto. Prima o poi le relazioni finiscono (ma ci mettono molto poiché il bisogno di rendersi "degni" diventa sempre più forte nonostante il rapporto sia palesemente sbagliato)  ma aumenta esponenzialmente anche la paura di non incontrare la persona che potrà darci quell'amore che in fondo ci era dovuto sin dalla nascita.


AI


5) NON VOGLIO PESARE SUGLI ALTRI

Questa frase agghiacciante è sinonimo di un bisogno indotto di autosufficienza  assolutamente estremo che nasce dalla paura di essere di troppo o di essere comunque rifiutati. L'assenza di un sostegno emotivo sin da bambini crea un adulto che nella maggior parte dei casi non chiede assolutamente aiuto anche quando ne ha un perentorio bisogno.


6) MI SCUSO ANCHE QUANDO NON HO FATTO NULLA

La responsabilizzazione eccessiva e spesso estrema di un bambino che cresce senza affetto genitoriale, genera un senso di costante bisogno di giustificarsi per evitare eventuali critiche o conflitti con chicchessia. In parole povere si ha la tendenza a giustificarsi anche quando non viene richiesto.


7) NON MERITO DI ESSERE FELICE 

Quando un bambino cresce senza sufficiente o totale mancanza di affetto/amore/supporto emotivo introietta l'idea di non essere degno/a di amore. Questo sentimento, in età adulta si concretizza nel sabotaggio della propria felicità e nella difficoltà se non nel rifiuto di accettare esperienze sociali effettivamente positive.


8) SE MI ARRABBIO RISCHIO DI PERDERE L'AFFETTO DEGLI ALTRI

In contesti familiari assolutamente anaffettivi esprimere contrarietà (anche quando si è nel giusto) può avere generato nei genitori (e da chi sennò?) rifiuto o indifferenza. Per questo in età giovanile o adulta si tende a reprimere la rabbia (anche quando sacrosanta) per evitare il conflitto, per paura di essere abbandonati o non amati. In questo modo si cade facilmente preda di persone che approfittano di questa docilità per i propri scopi.


9) NON VOGLIO DISTURBARE

Questa frase è tristemente lo specchio della sensazione che il bambino/a prova non essendo mai stato al centro dell'attenzione  dei genitori e quindi vuole minimizzare la propria presenza fisica ed emotiva quasi fino a scomparire, per "non dare fastidio". Crescendo poi aumenta la convinzione di essere perennemente un peso per gli altri e si ha la tendenza di ridurre al minimo le proprie richieste emotive anche se perfettamente giustificate.


10) NON SO COSA PROVO

L'anaffettività genitoriale spesso diventa nel bambino/a una disastrosa incapacità di dare un nome alle proprie emozioni. Chi è cresciuto in un ambiente povero d'affetto o sterile può sviluppare un ABC emotivo estremamente carente faticando spesso a capire cosa prova, ma soprattutto tenta di cambiare il verso ai propri sentimenti cercando quello in cui temporaneamente si sente meglio. Molto spesso nell'adulto c'è un completo rifiuto nel provare dei sentimenti particolarmente forti o coinvolgenti.

Il bambino/a non sufficientemente considerato o amato impara molto presto a bastare a se stesso, a provare il meno possibile perché comunque è consapevole che "le sue paure sono esagerate" e difficilmente qualcuno verrà in suo aiuto per consolarlo/a. Un bambino che cerca di eccellere o essere il più bravo possibile per capire se arriverà qualche risposta emotiva che non arriva mai crescerà con la famosa frase "non sono abbastanza" di cui si è parlato sopra. Cosa assai grave perché questo lo accompagnerà sino all'età adulta influenzandolo pesantemente. Queste frasi non sono solo frasi e basta: diventano convinzioni radicate e profonde tanto da diventare una sorta di seconda pelle, tanto da fare arrivare l'adulto a dare del proprio meglio per elemosinare anche le briciole dell'affetto che gli viene forse elargito. 


AI


E' possibile cambiare questo linguaggio interiore ma sarà frutto di un percorso estremamente duro e di una consapevolezza del fatto che si hanno queste problematiche, molto forte. La cosa migliore da fare è quella di cercare degli scopi, dei traguardi e delle realizzazioni che pian piano ci rendano uomini e donne migliori anche se non abbiamo ancora accanto quell'amore che potrebbe darci una mano.
Provare tanta rabbia o rancore ora, adesso in età adulta non è una scemenza o una cosa inutile!! E' semplicemente un modo di proteggerci e quindi è bene nn sentirci in colpa ANCHE per questo, lasciamo libere le nostre emozioni finalmente!! Quando teniamo a qualcuno siamo consapevoli o no che riusciamo a prendercene cura? E allora, perché non prenderci cura, come facciamo per gli altri, anche di noi stessi? Vediamoci come quel bambino/a, quel ragazzo/a che quando aveva bisogno di un abbraccio è stato ignorato ed impariamo ad abbracciarci a coccolarci ad essere indulgenti con noi stessi. Ci vorrà tempo, moltissimo tempo a volte (si parla anche di decenni ma non demordete) ma la forza che abbiamo accumulato in tutti questi anni ci aiuterà finalmente a liberarci dal pensiero della nostra inutilità ed invisibilità. Impareremo così a brillare a vedere noi stessi la nostra luce innanzitutto e poi...la vedranno anche gli altri!!

FOTO MIA 🩵

Grazie per questo articolo ai preziosi pensieri della dottoressa Ana Maria Sepe psicologa  e fondatrice della rivista Psicoadvisor e anche grazie a me che ho saputo mettere per iscritto senza copiare 😅questi sentimenti forti e difficili da dire ed ammettere.

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Enrica Merlo
Per
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Giovedì 6 marzo 2025

mercoledì 5 marzo 2025

PANICO BOTANICO di ALESSANDRO FULLIN 🌳🌴


Screenshot dal video


Spiacente poiché questa non è più una diretta ma il video scaricato della diretta. Non posso fare altrimenti poiché dopo le nuove disposizioni di fb i video in diretta, appunto, scompaiono dopo 30 giorni.


Detto questo la vostra Libraia mancata vi ha presentato oggi:


PANICO BOTANICO 💚

di

Alessandro Fullin Pagina Ufficiale 

per

Cairo Editore


Uno splendido, particolare, sconcertante, pazzesco romanzo di questo Artista che dire poliedrico è poco.


Io lo trovai su Amazon dove ora non è più disponibile perdincibacco e financo su il Libraccio. Ma lo potete trovare sul sito dell'Editore a questo link ➡️ https://www.cairoeditore.it/libri/narrativa-italiana/panico-botanico-63955 non Ve lo perdete 🌲🎋


Come promesso vi lascio il link del mio racconto IL MISTERO DELLA TOMBA DI TRIBUZIA che gradirei leggeste e mi diceste che caspiterina ne pensate ➡️ https://www.mimancanoifondamentali.com/2025/02/racconti-il-mistero-della-tomba-di.html?m=1

Buona lettura a tutti e alla prossima diretta-nondiretta 🤔


Fermi tutti che sono riuscita a comprimere il video e MIRACOLO!! è anche sul mio blog, magari non in qualità buonissima ma non lo è nemmeno quello originale 😆 ma qui potete trovare il link che vi porta allo stesso video ma su facebook ➡️ VIDEO SU FB


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#QuellaDonnaèunaLibraiamancata #enricamerlow #consiglidilettura #libri #direttanondiretta  #AlessandroFullin #panicobotanico #romanzo #cairoeditore

A questo punto dunque vi saluto così con un altro screenshot dal video 🤗












EnricaMerlo

per

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Mercoledì 5 marzo 2025

martedì 4 marzo 2025

Papa Francesco: il conforto della Preghiera⛪

 

Per rispetto al nostro Santo Padre, Papa Francesco ho preferito utilizzare un'immagine realizzata tramite AI

Sono commossa. Devo dirlo, non sono una persona particolarmente credente e tantomeno praticante anche se amo molto "andar per Chiese" come dico io, lo trovo tranquillizzante e consolatorio, oltre ad un arricchimento a livello artistico. Devo purtroppo ammettere che, per l'affetto e la simpatia sempre ispiratami da Papà Benedetto XVI non sono mai riuscita ad avere un affetto o un trasporto realmente sincero e compiuto nei confronti di Papa Bergoglio, lo so non è una bella cosa ma voglio essere sincera. 


Ho appena finito di leggere un articolo sul Messaggero dove, come ormai da più di quindici giorni, siamo abituati a sentire freddi bollettini medici che mettono tristezza e non solo per l' avvilimento del momento, poiché i bollettini sono tristi e basta chiunque riguardino. Finita tutta la tiritera lo pneumologo di turno ha però detto una cosa che, non ho nessun problema a dirlo, mi ha fatta quasi piangere: quello che secondo me rappresenta realmente la divinità e l'umanità di questa persona che è un uomo a tutti gli effetti, un uomo che ora sta male, molto, per quel che mi par di capire. Poche parole ha detto questo Dottore: "oggi Papa Francesco ha riposato e pregato". Due delle cose credo più semplici e ugualmente al contempo più complicate da mettere in atto in una situazione drammatica, ma anche no, spesso infatti riposare con la giusta leggerezza e pregare con la giusta intenzione sembrano cose facili ma non lo sono, per chiunque di noi.


Quanto profondamente invidio chi, anche non necessariamente il capo della nostra Chiesa, riesce a trovare DAVVERO il conforto nella preghiera e come questa frase abbia riassunto, almeno per me, una cosa importantissima: Papa Francesco nonostante la sofferenza, la stanchezza e la spossatezza ha pregato, ha portato a termine una sorta di lavoro, un compito, un dovere e quindi è in pace non solo con Dio ma con sé stesso e non dubito con l'umanità intera. Ci sono giorni, i cosiddetti "giorni sprecati" in cui non si riesce a portare a termine nulla o nulla che ci faccia sentire compiuti e credetemi per me a volte sono tanti e mi lasciano dentro quella terribile sensazione di inutilità. Bene, oggi Papa Francesco ha avuto una giornata parecchio impegnativa nonostante sia allettato, malato e sofferente: ha riposato (non sempre si riesce neppure a fare questo tanti sono i pensieri che affollano spesso e inutilmente la nostra testa) e soprattutto HA PREGATO. Che grande lavoro che ha fatto, ha pregato, pregato chissà per chi, per cosa o per quale moltitudine lo ha fatto, che grande lavoro perbacco, che grande lavoro. Ed io lo invidio un po' devo ammetterlo perché ci sono i giorni inutili in cui se sapessi pregare potrei andare a dormire appagata. È possibile imparare a pregare con convinzione e cuore? Lo so che molti di voi storceranno il naso a questo mio articolo ma non me ne importa nulla, vorrei solo che qualcuno di voi capisse cosa intendo: questa per il Papa è stata una giornata piena nonostante tutto, ha fatto quello che voleva fare e quello che gli "impone" (non trovo un altro termine) il suo "lavoro" (scusate ancora) ha pregato e credo pure intensamente. Lui stasera andrà a dormire sereno a differenza di molti di noi che abbiamo continuamente anima e corpo in tumulto e non raggiungiamo mai quella famosa soddisfazione di una giornata compiuta. 


Scusate ancora, avevo lì incastrata tra lo stomaco e il cuore questa cosa e l'ho voluta dire. Chissà se un giorno anch'io potrò sentirmi così soddisfatta, magari imparare a pregare con anima e cuore senza sprecare nemmeno un minuto di questa nostra preziosa vita.


E adesso due cosine su Papa Francesco.

Papa Francesco, nato Jorge Mario Bergoglio il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, è il 266º papa della Chiesa Cattolica e il primo di origine sudamericana. Eletto il 13 marzo 2013, ha scelto il nome Francesco in onore di San Francesco d’Assisi, simbolo di povertà e amore per i più deboli.

È noto per il suo stile semplice e vicino alla gente, la sua attenzione ai poveri, il dialogo interreligioso e le riforme all'interno della Chiesa. Ha affrontato temi come l’ambiente (con l’enciclica Laudato Si’), i migranti, la giustizia sociale e la trasparenza finanziaria in Vaticano.


Non è da me impelagarmi in discorsi politici ma soprattutto religiosi visto e considerato che qualsiasi cosa si dica a tal proposito nn è mai buona per tutti e soprattutto e' estremamente delicata, però questa volta mi sono sentita di farlo. Augurandomi che il Santo Padre possa recuperare la sua salute anche se gravemente compromessa, specie per una persona della sua età, saluto tutti voi che mi seguite. E mi auguro dunque di imparare a pregare anch'io, tentar non nuoce.


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Enrica Merlo
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Martedì 4 marzo 2025

venerdì 28 febbraio 2025

Salone del Libro di Torino: per "Prendersi cura" il nuovo libro di ANDREA DE CARLO (La geografia del danno) 📚

 












Immagine da Google - Andrea De Carlo

E' il secondo appuntamento del progetto ideato dal Salone Internazionale del Libro di Torino in collaborazione con Esselunga quello che avrà Luogo VENERDì 14 MARZO 2025 alle ore 18,30 presso la Sala Gonin (Stazione di Porta Nuova) dopo l'esperienza con la scrittrice Chiara Gamberale. PRENDERSI CURA è il nuovo progetto, appunto, reso possibile grazie alla partnership con ESSELUNGA che dal 2021 è uno degli sponsor del Salone.

VENERDì 14 marzo dunque Andrea De Carlo (del quale ho tutti i libri tranne quest'ultimo ma provvederò 🙂) presenterà il suo nuovo libro (avanzatemene uno vi prego, arrivo!!) La geografia del danno presso la Sala Gonin di Torino Porta Nuova proprio accanto al negozio Esselunga in Via Sacchi. Anfitrione dell'appuntamento letterario sarà Marco Pautasso che, ricordo, è il Segretario Generale del Salone Internazionale del Libro di Torino. Alla fine dell'evento ci sarà il firma copie (evviva). 



Ed ecco la copertina de "La geografia del danno" che ricordo è edito da LA NAVE DI TESEO.

Ma "Prendersi cura" non è un appuntamento presente soltanto nell'ambito del periodo in cui si svolge il Salone Internazionale del Libro di Torino, bensì una serie di eventi presenti tra l'autunno e la primavera con scrittori e scrittrici contemporanei particolarmente apprezzati dal grande pubblico è, insomma, un vero e proprio gesto di CURA a tutto tondo nei confronti di chi ama la letteratura. Gli eventi solitamente si svolgono proprio nei punti Esselunga o comunque in caso di impossibilità logistica in luoghi che si trovino nei pressi e che possano accogliere il pubblico partecipante in modo degno. Una serie di eventi dunque che puntano a coinvolgere veri e propri punti di aggregazione popolare come può essere appunto un negozio Esselunga, frequentato da cittadini e cittadine.

E' importante sapere che quest'anno "Prendersi cura" focalizzerà la sua attenzione sulla famiglia, sulla parità di genere, sulle relazioni e la cura del nucleo dal quale veniamo o quantomeno tendiamo e desideriamo essere parte. Proprio Andrea De Carlo parlerà attraverso il suo libro di una storia familiare vera ma anche romanzata, che è anche un viaggio attraverso il tempo e che dimostra come azioni compiute dai nostri antenati possano, in modo possente -ancora oggi- esercitare la propria influenza sulla nostra vita. Una sorta di matrioska dove un segreto ne contiene degli altri e degli altri ancora e di come gli eventi possano mutare a seconda di come questi segreti od eventi vengano alla luce. 

Evento fortemente voluto dalla Direttrice del Salone Internazionale del Libro di Torino Annalena Benini "Prendersi cura" ha tutta l'aria di stare diventando un momento di punta nell'ambito della totalità del Salone. Vi invito dunque, ad essere presenti a questo gustoso appuntamento pre-Salone che ricordo coinvolgerà:

-ANDREA DE CARLO
-Presso la Sala Gonin di Torino PORTA NUOVA
-Accanto all'ESSELUNGA di Via Sacchi
-VENERDì 14 MARZO 2025 alle ore 18,30

Grazie come sempre a Miss Paola Galletto 🩵 che tiene costantemente informati giornalisti e bloggers su tutti gli eventi del Salone Internazionale del Libro di Torino e sugli eventi che ruotano intorno ad esso.

Lieta di lasciarvi il link del sito ufficiale del Salone Internazionale del Libro di Torino ➡️ https://www.salonelibro.it/

Logo 2025




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SIATECI!!








Enrica Merlo

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Venerdì 28 febbraio 2025

giovedì 27 febbraio 2025

Una frase al giorno...27 febbraio 🗓️

Immagine creata da me con l'AI 



"Non è facile trovare la felicità dentro di noi ed è impossibile trovarla in qualsiasi altro posto"

Agnes Repplier



Chi è Agnes Repplier ➡️ Identikit e dati anagrafici

Nome
Agnes

Cognome
Repplier

Nata
1 aprile 1855 a Filadelfia

Deceduta
15 novembre 1950

Sesso
femminile

Nazionalità
statunitense



Segno zodiacale
Ariete

Scrittrice



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Enrica Merlo
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Giovedi 27 febbraio 2025

domenica 23 febbraio 2025

PANE, BURRO E ZUCCHERO Racconti leggeri di Silvano Nuvolone.

 

La vostra Libraia mancata vi propone oggi (con grande gioia peraltro):


PANE, BURRO e ZUCCHERO

Racconti leggeri

di

Silvano Nuvolone 

per

Distruttori di Terre Edizioni 

Collezione Attimi


Io l'ho trovato qui ➡️ (perbacco solo in formato Kindle) https://amzn.eu/d/daB3efV lo trovate in versione digitale anche su ibs e sul sito della casa editrice.

Potete trovare il video della diretta di questa proposta di lettura anche su fb se preferite, a questo link ➡️ VIDEO IN DIRETTA



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#QuellaDonnaèunaLibraiamancata #enricamerlow #enricherie #consiglidilettura #silvanonuvolone  #panevurroezuccheroraccontileggeri #distruttoriditerre 


Un vero piacere parlarvi di un altro libro di Silvano che oltre ad essere uno dei miei scrittori preferiti è anche un caro amico.

Buona lettura!!







Enrica Merlo

per

MI MANCANO I FONDAMENTALI 

Domenica 23 febbraio 2025

sabato 22 febbraio 2025

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Vi aspetto dunque, potrà essere una bella ed economica  opportunità per voi e aiuterà me a sostenere il mio blog e la ricerca che compio ogni giorno per portarlo avanti come sito. VI ASPETTO, non esitate!! 

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Enrica Merlo

per 

MI MANCANO I FONDAMENTALI 

Venerdì 21 febbraio 2025

mercoledì 19 febbraio 2025

RACCONTI©️: 💍Il mistero della tomba di Tribuzia 💍di ENRICA MERLO

 


Foto creata da me con AI©️: Tribuzia e Tremellius

L'Archeologo si sveglia di soprassalto. L'alba deve ancora ammantare d'oro antico la città di Roma che lui conosce così bene, è inquieto, il suo corpo è in un bagno di sudore nonostante una brezza gentile ma decisa entri dalla finestra aperta e agiti gentilmente le tende.

Oggi, è il grande giorno per L'Archeologo. Dopo un ventennio passato a lavorare piu' che duramente per ambiziosi professori universitari senza scrupoli che hanno usato il suo infallibile fiuto per la terra e per ciò che di piu' prezioso può contenere, finalmente il suo nome sarà riconosciuto come quello di colui che ha fatto una straordinaria, sensazionale scoperta. E pensare - ed i suoi occhi si socchiudono in un'espressione mista  di  soddisfazione e orgoglio - che "LEI" era sempre stata lì, da secoli e secoli, sotto gli occhi di tutti, o meglio, sotto i piedi di tutti, con tutto l'immenso rispetto che Lui aveva imparato col tempo a provare per quella donna di grande forza d'animo e di enorme integrità nonostante quei tempi in cui corruzione e malagrazia pervadevano ormai la grande Capitale dell'Impero ; purtuttavia nessuno aveva mai avuto l'ardire di scavare proprio lì ed inizialmente quando il suo immancabile intuito aveva suggerito di tentare una sortita nella zona dell'arco a tre colonne presso i Fori Imperiali i suoi "superiori" si erano esibiti in una grassa, sonora e volgare risata. Eppure avrebbero dovuto intuire quegli untuosi  e boriosi individui che lui aveva il fiuto, quello assoluto, Lui, era il Mozart dell'archeologia. L'archeologo scende dal letto sfatto e umidiccio e alla finestra può godere di uno dei panorami piu' straordinari di tutto il mondo. La sua mecenate non ha badato a spese ed ha scelto per lui una delle camere piu' lussuose dell'Albergo Impero così chiamato proprio per l'affacciarsi sui Fori. Già, pensa con una punta di amarezza, ancora una volta ha dovuto piegarsi al volere di qualcuno piu' in alto di Lui: dopo le umilianti richieste negate dalla sua Università l'Archeologo decide di cercare qualcuno che finanzi il suo progetto. Grazie ad un'amicizia comune Lui conosce Anita Frescobaldi Stellati Contessa di Pratombroso anziana e ricchissima, nobile signora alla ricerca di un ultimo grandioso gioiello da aggiungere alla sua immensa e ricchissima collezione. I due si intendono immediatamente: all'Archeologo interessa la gloria della scoperta ed il suo nome a caratteri cubitali sulle piu' importanti riviste del settore, cosa che lo proietterà per sempre nell'Olimpo de'Archeologia alla nobildonna interessa..."Il Gioiello". Quando la Contessa rivela senza troppi giri di parole il suo piano all'Archeologo, un brivido freddo gli percorre la schiena ma dopotutto è un ben misero sacrificio quello che si andrà a compiere a confronto della gloriosa scoperta. L'Archeologo da sempre studia pezzo a pezzo la vita travagliata della Donna nella tomba; quella Donna che a quanto pare ha pagato a caro prezzo l'integrità morale, fisica e finanziaria della sua persona, una donna che ha perso il suo unico figlio per non aver voluto cedere le sue ricchezze e probabilmente anche se stessa a chi voleva attentare alla vita d Vitellio, ucciso poi ugualmente dai sostenitori di Vespasiano. Poco a poco l'Archeologo comincia a nutrire una vera e propria ossessione per lei che diventa una sorta di innamorata, adorata, inarrivabile: la bellissima, così si diceva, Donna Tribuzia. Dopo mesi di meticolosi scavi, ecco finalmente venire alla luce la Tomba di Tribuzia: uno scheletro le cui forme ancora possono far pensare ad un corpo snello e minuto, ad una donna estremamente affascinante ed eterea ed ecco, all'anulare sinistro "L'Anello". Uno splendido manufatto scolpito nella pietra completato da un preziosissimo cristallo che lo ricopre e che dà l'inquietante impressione che il viso del giovane figlio assassinato di Tribuzia, Tremellius, e' come sia lì, grato che qualcuno lo abbia liberato dopo quasi duemila anni di prigionia in quella tomba e che possa rivedere finalmente il cocente sole di Roma.


Foto da Google Immagini, grazie.

Da quel momento l'Archeologo non ha piu' pace ha continue visioni di Tribuzia e Tremellius: soprattutto degli occhi cerulei del ragazzo che, con una muta ma risoluta supplica, sembra chiedere giustizia per gli atroci torti subiti, prima da lui e poi dalla madre che lo ha pianto fino alla sua stessa morte. 
Teme questa giornata l'Archeologo: ci sarà tutta l'Università in pompa magna, lo sguardo porcino, invidioso dei suoi vecchi detrattori, la sicura e incontenibile Contessa di Pratombroso che, si augura vivamente non riveli nell'euforia, troppo di quello che solo lei e l'Archeologo sono a conoscenza e una sorta di sordo turbamento come se stesse tradendo in qualche modo la sua Tribuzia, come se anche lui, seppur in modo meno truculento, stesse approfittando di una donna sì forte ma che non ha scampo...nè che mai l'ebbe. Fortunatamente almeno da qualche giorno l'Archeologo ha un po' di requie: infatti la Contessa Anita Frescobaldi Stellati di Pratombroso (guai a non usare tutti i nobili epiteti della Signora) si è ritirata presso una lussuosissima spa per ritemprare corpo e anima per il grande giorno che è...oggi. All'Archeologo, uomo pratico e d'azione basterà una bella doccia e un vestito non troppo elegante, ciò che parlerà per lui sarà l'impresa compiuta non certo la pelle liscia e  un vestito firmato. 
L'aria comincia a farsi incandescente quando riesce a salire sul taxì chiamato dall'albergo, direzione Fori Imperiali. Arrivato alla Tomba si sincera con la sua fidata squadra che tutto sia a posto. Sì, dopo l'ultimo sopralluogo avvenuto alle due della notte insieme a lui "tutto tranquillo" gli viene assicurato che lui stesso, capo delle guardie e poi a turno a gruppi di tre hanno sempre tenuto d'occhio la tomba, nemmeno uno dei famosi "gatti di Roma" è stato fatto avvicinare. Ora, tranquillizzato dai suoi uomini non vede nessuno l'Archeologo sebbene intorno allo scavo si sia già assiepata una numerosa folla di giornalisti, curiosi, turisti ed autorità. Pare che quel giorno i suoi sensi siano anch'essi lì sotto insieme alla sua Tribuzia, non sente il caldo, non sente il vociare, non sente le futilità di chi tenta di prendersi una fetta di gloria per il semplice fatto di essere lì. 
Guarda il cielo straordinariamente azzurro l'Archeologo, guarda lassu' in cima alle colonne che hanno protetto per un tempo quasi interminabile Tribuzia e il suo anello e l'anima del giovane Tremellius, gli pare di scorgere un movimento, un lampo azzurro forse per colpa del caldo, forse effettivamente per quell'azzurro sensazionale visto raramente o che non ha mai avuto il tempo o il desiderio di guardare veramente, un azzurro che gli pare quello degli occhi di Tremellius nei suoi sogni tormentati. La Nobildonna ancora non si vede. Sono ormai le 14,30 e la cerimonia di apertura ufficiale della tomba doveva essere per le due, la Contessa è sempre stata molto puntuale soprattutto quando era lei a decidere. Il caldo è soffocante; il servizio di catering comincia anzitempo a distribuire senza sosta bevande rinfrescanti ed ogni tipo di conforto per la folla che comincia a rumoreggiare e ad avere qualche problema a livello pressorio. Sono ormai le 16,00 quando l'Archeologo decide, dopo numerose chiamate senza risposta alla Frescobaldi, alla sua troupe e alla spa, di dare inizio alla cerimonia. Gli uomini della squadra del'Archeologo e della Contessa si preparano a sollevare l'enorme lastra di pietra posta sopra all'entrata della tomba; arriva l'ora di aprire le pesanti porte di piombo le cui chiavi custodisce unicamente Lui, giunge il momento di disinstallare il sofisticato allarme e a scardinare l'ultima parte prima della rivelazione della scoperta del secolo: per non turbare il riposo di Tribuzia le ultime porte sono lignee, fresche e naturali. Il buio è quasi totale vengono accese delle torce a luce calda per non svegliare troppo bruscamente Tribuzia dopo duemila anni...un refolo di un profumo antico, come di un fiore estinto ed indefinibile arriva dalle profondità della tomba e accarezza dolcemente una guancia de'Archeologo come un bacio un sussurro, un saluto. Lui è sereno.




Foto dal web: L'Anello rinvenuto nei pressi della tomba di Aebutia Quarta a Roma che rappresenta il figlio Titus Carvilius Gemello. Questo splendido anello si trova ora presso Il Museo Archeologico Nazionale di Palestrina. Mi sono permessa di scrivere questo racconto ispirandomi a questo anello e alla nobildonna che lo portava.

Finalmente la tomba è aperta e visibile ma ciò che si para davanti all'Archeologo e a tutti coloro che sino a quel momento aspettavano con grande curiosità e  apprensione non è esattamente quello che alcuno di loro poteva aspettarsi. Sul giaciglio di antica pietra è adagiata, riccamente vestita ed acconciata come una nobildonna romana la Contessa Anita Frescobaldi Stellati di Pratombroso serena nel suo, ormai, sonno eterno con molti preziosi ornamenti. Solo l'Archeologo sa che manca uno dei suoi ricchi gioielli, quello forse piu' prezioso, ambito, desiderato e...letale. L'anello che ritrae Tremellius il figlio di Tribuzia. L'Archeologo non prova nulla. E' tutto un vociare intorno a lui, si allontana di qualche metro e subito l'aria s fa piu' fresca, piacevole nonostante l'ora pomeridiana, come quella stessa mattina che sembra ormai lontana secoli. Si volta e dietro ad un  piccolo capitello gli pare di scorgere due figure quasi familiari: una bella donna dal viso segnato dalla sofferenza ma che gli sorride con comprensione ed un ragazzo dagli occhi cerulei che lo scruta con curiosità. All'anulare sinistro il ragazzo porta un anello con il suo ritratto, il cameo della contessa, L'Anello di Tribuzia. L'Archeologo perde coscienza di sè, adesso è tutto buio e si sente in pace.
Riapre gli occhi dopo un tempo che gli pare quasi incalcolabile con la testa sul grembo di Tribuzia e accanto Tremellius che scrive su una tavola. Lentamente il ragazzo si volta e rivolgendosi a lui: "Padre hai dormito a lungo e di gusto, ben svegliato".


FINE


Racconto soggetto a copyright©️ la riproduzione di parte del racconto dovrà essere vagliata inviando una mail a enrica.merlo@pec.it l'uso improprio verrà segnalato ai sensi di legge. Racconto scritto da Enrica Merlo.

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Enrica Merlo
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Mercoledì 19 febbraio 2025