CANNELLA la capa indiscussa de LA REPUBBLICA DEI GATTI. Tricolore o calico, tredici anni, gran carattere femmina alfa. Pubblicherò due foto ad ogni capitolo per non interrompere troppo la narrazione. Foto mia.
lunedì 31 marzo 2025
RACCONTI©️: LA REPUBBLICA DEI GATTI cap. 1 "Il gran Consiglio"
sabato 29 marzo 2025
🍫CHOCOLAT di Joanne Harris
giovedì 27 marzo 2025
ELFI IN RITARDO SULLA TABELLA DI MARCIA 🧝♀️ Enrica Merlo Lyre_Harp
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Come si può forse notare questa sono io in un video che però risale al Natale del 2022, credo. Suono uno dei miei strumenti, piuttosto particolare, ovvero la Cetra Medievale. Dovete sapere che le mie composizioni sono solo ed esclusivamente improvvisando senza seguire quindi nessuno spartito o brano imparato a memoria. A mio ricordo gli unici brani riprodotti sono stati la Brian Boru's March e una canzone tipica Ucraina. Il titolo che ho voluto dare a questa piccola composizione è appunto "ELFI IN RITARDO SULLA TABELLA DI MARCIA" perché direi che è tutto fuorché Natale e questi video li avevo preparati per il periodo natalizio.
Potete trovare questo video anche su FACEBOOK ⬅️ (clicca)
e sul mio canale YouTube Enrica Merlo Lyre Harp ECCOLO ⬅️ (clicca)
Ed ora il video caricato qui ad imperitura memoria su MI MANCANO I FONDAMENTALI buona visione ed ascolto. (Video scaricato da YouTube)
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Enrica Merlo
per
MI MANCANO I FONDAMENTALI
Giovedì 27 marzo 2025
martedì 25 marzo 2025
CHI AMA LA GUERRA NON L'HA MAI VISTA IN FACCIA (Erasmo da Rotterdam) 💥
domenica 23 marzo 2025
Un grande traguardo🚩: 700.000 letture per MI MANCANO I FONDAMENTALI 💙
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sabato 22 marzo 2025
RACCONTI©️: UN ANGELO IN BIBLIOTECA 🪽
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martedì 18 marzo 2025
RACCONTI©️: IL GATTO CHE DIVENNE LEONE 🐈⬛, LA DONNA CHE DIVENNE LEONESSA 🦁 di Enrica Merlo
"Si diceva fosse nata sotto il segno della tempesta. Alcuni giuravano di aver visto il cielo squarciarsi nel momento in cui era venuta al mondo, altri raccontavano che il vento stesso l’avesse intessuta con fili di brina e fiato di gelo".
Aveva molti nomi. Nessuno era quello vero. La chiamavano Figlia della Neve, Regina dei Gatti, Strega Bianca. Ma il nome con cui lei si riconosceva lo aveva sepolto tempo addietro, quando aveva compreso una terribile verità: il mondo non amava coloro che portavano il fardello della diversità. Non amava chi camminava con passo felino, chi vedeva nel buio e sapeva ciò che gli altri ignoravano. Per sopravvivere, aveva dovuto cambiare pelle, adattarsi ai sussurri della gente, fingere di essere ciò che non era.
Ma a forza di mutare, a forza di nascondersi, aveva avuto paura di dimenticare chi fosse davvero, il suo nome. Solo Tirian, il suo gatto, conosceva la verità.
Lui l’aveva vista quando, bambina, aveva imparato a parlare con il vento. Quando, ragazza, aveva affrontato e vinto uomini con la sola forza del suo sguardo. Quando, donna, aveva lasciato che il mondo la chiamasse strega, pur di non piegarsi.
E fu proprio quando stava per obliare il suo essere, fu allora che il vento le portò la profezia. Non era scritta su antichi tomi, né pronunciata da sacerdoti in abiti dorati. No, arrivò come un sussurro tra i rami, come un battito d’ali di gufo a sfiorare la neve.
"Verrà il giorno in cui l’ombra tornerà. E solo chi avrà ricordato il proprio nome potrà fermarla."
Quella notte, Tirian la osservò a lungo, i suoi occhi d’oro più antichi della luna. Lei non dormì. Non parlò. Rimase immobile, il cuore che martellava come il passo pulsante di un esercito.
E fu allora che iniziò la trasformazione.
Non accadde in un lampo, né in un battito di ciglia. Fu un processo lento, come il fuoco che scalda la pietra finché questa non si spezza. Ogni notte, la sua pelle diventava più dura, i suoi sensi più acuti. Le sue mani si facevano più forti, la sua voce più profonda. Il suo nome le tornava in mente, sussurrato dalla neve.
E accanto a lei, Tirian cresceva. Non come fanno i gatti comuni. Il suo corpo si stava allungando, i muscoli diventavano possenti, il suo manto si fece spesso cuoio e criniera fitta come quella di un Re. Non era più solo un gatto, ma un leone antico, emerso da una leggenda dimenticata. La donna lo guardò e comprese. La profezia non parlava di una bestia da temere. Parlava di loro. E quando l’Ombra arrivò, quando la notte si squarciò per rivelare il mostro delle leggende, portatore di sciagura, morte e sventura non fu un esercito a fermarlo. Fu una Leonessa bianca con il fuoco negli occhi. E il suo Leone, ruggendo accanto a lei. Quella stessa Leonessa che aveva dimenticato il suo nome per nascondersi dallo scherno del popolo incolto e crudele.
Il suo vero nome era Selyne.
Era un nome antico, un nome di potere. Significava "colei che splende nella notte", ed era stato sussurrato dal vento il giorno in cui era nata. A furia di sentire i nomi che le erano stati attribuiti e a furia di nascondersi dietro di essi, Selyne aveva quasi dimenticato chi fosse davvero.
Ma il vento non dimentica.
E quando l’ombra tornò e la profezia si compì, lei ricordò. Si alzò nella notte, il suo sguardo finalmente fiero come quello di un autentico predatore, e sussurrò il proprio nome nel gelo delle tenebre.
«Io sono Selyne, figlia della tempesta.»
E il Leone accanto a lei ruggì orgoglioso, perché anche lui sapeva che, finalmente, era tornata a essere ciò che era destinata ad essere. ENTRAMBI erano tornati ad esserlo.
FINE
***