Oggi, secondo giorno della Merla 🥶🥶, vi racconto due versioni non troppo dissimili l'una dall'altra. Una narra di una merla e dei suoi piccoli che alla fine di gennaio trovarono rifugio in un comignolo, da qui uscirono dopo tre giorni di colore grigio o bruno-nerastro a causa della cenere e del fumo. Questa leggenda vuole in qualche modo spiegare la diversità di colorazione delle piume tra i maschi e le femmine merleschi. Infatti, le penne e piume del merlo (Turdus merula, Linnaeus) maschio ha un colore completamente nero e il becco giallo, mentre la femmina è bruno-nerastra, decisamente meno trendy ma si sa', noi donne se non stiamo troppo a perder tempo a cambiare outfit sui social siamo estremamente pratiche. Una tuta da ginnastica grigia e tanti saluti.
La seconda leggenda invece racconta dei dispetti che il mese di Gennaio, chissà poi chi glielo faceva fare 🤨, volgeva gentilmente alla volta della merla, scatenando piogge fredde e torrenziali, mah. Il mese di gennaio era inizialmente di 28 giorni. La merla per non patire il freddo del mese che le faceva i dispetti decise di farsi una bella scorta di provviste e non lasciò il nido per tutti igiorni del mese. Così gennaio prolungò la sua durata di altre tre giorni, "i giorni della merla" appunto (29, 30 e 31), per poter scatenare la sua rabbia contro la merla con pioggia, neve e venti gelidi per far scendere a rotta di collo le temperature. Quindi la sventurata cercò rifugio in un comignolo per tre giorni, si sa è poco pratico, sporco e puzzoso ma almeno scalda. Alla fine della tempesta le sue piume avevano cambiato colore, la merla era diventata bruno-nerasta o nera. Grazie signor Inverno e grazie comignolo, vi aspetto con un randello.
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