sabato 21 maggio 2022

SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO 2022: FINALMENTE DOPO TRE ANNI!!

 


FOTO MIA - tratta dal video a breve


Articolo precedente: http://www.mimancanoifondamentali.com/2022/05/comero-come-sono-come-cambiano-le-idee.html


Venerdì 20 maggio 2022, cioè ieri, sono tornata dopo tre anni d'assenza al Salone Internazionale del libro di Torino, tra l'altro come blogger accreditata proprio come ai "vecchi tempi". Un'attesa dolorosa perchè non mi sono mai persa un Salone, perchè ho un bisogno fisico di trovarmi in mezzo a quella folla che emana un'energia pazzesca, proprio come me, con un'amore smodato per i libri, per i loro contenuti ma anche per la loro fisicità. I motivi sappiamo quali sono ed è inutile rimarcate una situazione che è stata, che forse è, e che mi auguro non sarà proprio più, anche se io non sono molto fiduciosa riguardo al prossimo autunno, in fondo il governo, purtroppo, sarà sempre lo stesso e sappiamo bene che finito il covid, la guerra, salterà fuori qualcos'altro. Ma non voglio parlare di questo.

La situazione non ha giovato, oltre che alle PERSONE, anche all'economia e nell'economia si può inserire assolutamente anche il settore dell'editoria. 

Come ho trovato il Salone dopo così tanto tempo: apparentemente uguale, non troppe mascherine, io ammetto che ogni tanto la tiravo sù, non si sa mai e sono convinta che i cambiamenti vadano affrontati con estrema tranquillità; chi sente di dovere ancora indossarla un pochino ha tutto il diritto di farlo. Non ho trovato che le persone si guardassero in cagnesco come credevo, non l'ho avvertito nemmeno in occasione di una bellissima visita al Museo Egizio a fine aprile per festeggiare il compleanno di mia figlia e dove davvero eravamo stipati come sardine; cosa che purtroppo nonostante tutte le protezioni possibili avveniva durante quel periodo lì che non voglio chiamare con il nome che ha o ha  avuto o che avrà. Insomma a livello umano ho trovato questo salone davvero da pollice in sù. Ma allora, mi chiederete, perchè aleggia questa specie di dubbiosità in questo articolo? Non saprei spiegare con certezza ma girovagando tra gli stand ho percepito questa sorta di disconnessione, di delusione, di RESA. Non da parte del pubblico, lanciato come me in questa bella avventura che una volta era normale ma da parte di coloro che stavano dietro ai libri, che nemmeno ti guardavano e che non si sforzavano nel dirti quanto costava quel libro dopo che lo avevi preso in mano e perplessa non avevi trovato il prezzo; quasi come se fossero sicuri che "tanto non lo compra". Un pò triste come cosa. Vero è che gli invadenti c'erano, quelli che ti pigliano per la manica per trascinarti nel loro stand ma si sa l'erba cattiva non muore mai e non fa testo in questo caso... probabilmente questa gente ha una tale sensibilità che nemmeno si è accorta di cosa sia successo negli ultimi due anni e mezzo. RESA è il termine giusto, una palpabile RESA. Io non sono ottimista per natura ma se avessi una casa editrice lotterei come una leonessa sempre con il garbo dovuto nei confronti delle persone. 

Seconda e terza cosa che mi hanno non poco affranta. Seconda: Il PREZZO dei libri carissimo o aumentato a dismisura e alcune case editrici più POPOLARI (nel senso che hanno sempre venduto ottimi libri  a prezzi competitivissimi e gli anni scorsi avevano degli stand da mille ed una notte) ridotti al lumicino ad occupare insieme ad altre case editrici una piccola fetta di uno stand; parlo senza troppi peli sulla lingua della Newton Compton Editori per la quale mi è venuto da piangere nel vedere quattro libri in croce su una bancarella, casa editrice mito per noi divoratori di libri, non hanno aumentato i prezzi ma erano INVISIBILI; LA SPIGA piccolo editore con classici ad un prezzo davvero da urlo, La Spiga che era la prima che cercavo quando entravo al Salone: relegata sullo striscione di uno stand insieme ad almeno altre quindici case editrici ma di fatto non esistente tra i libri... tutto finito? oppure è la ritirata prima della grande battaglia che porterà alla vittoria? Non saprei, potrebbe essere ma non ho buone vibrazioni riguardo a questo. Terza: l'arrivo prepotente nemmeno di case editrici nuove ma di negozi, sì negozi che probabilmente lavorando sull'usato in questi anni si sono fatti potenti visto che la gente non aveva più i soldi (e ancora non ha credo) per acquistare libri nuovi e quindi al salone l'hanno fatta da padroni. Questo stand (nel padiglione uno), anzi multistand perchè ocupava il posto di almeno quattro enormi stand tipo Mondadori o Feltrinelli e di cui non faccio il nome (non ho voglia di finire citata ma a chi è stato o sarà al Salone in questi giorni non sfuggirà di sicuro). Pacchiani con tubi al neon sparati per aria proprio per rimarcare la loro supremazia, scaffali e scaffali di libri usati stipati all'inverosimile dove, pur desiderando acquistare qualcosa non sono riuscita perchè non c'era capo nè coda, un pò come dire: "ti vendo i libri a tre euro? Allora arrangiati e cerca quello che ti interessa". Questo non è il mio Salone del Libro, proprio no. Il vero Salone è tranquillità e meditazione è guardare in basso su un tavolo e non dovere stare con il naso per aria e salire su sgabelli per cercare dei libri, nonostante la calca, sì il vero Salone è, nel caos più totale, prendere comodamente in mano un libro e gustarselo, non mi piacciono questi qui nonostante io li nomini spesso nelle mie dirette di proposte di lettura, magari cambio idea e non li nomino più, non ho voglia di aiutare gente arrogante e arrampicatrice.

Una dolcissima e stupenda conferma invece è stato lo stand de LE EDIZIONI DEL BALDO (ora su internet si fanno chiamare PENSIERI BELLI) piccolo editore casalingo del nord est che produce libri di poesia, cucina, cd musicali e splendidi quaderni (che non mancano mai nei miei acquisti e che spesso hanno in copertina gatti o altri animali) calendari e gadget fatti con amore ed intelligenza; meno male almeno loro hanno resistito; forse qualche quaderno in meno ma uno stand corposo e bei sorrisi, nostri e loro. 

Numero spropositato di stand di libri per bambini nonostante la presenza del Bookstock Village, enorme, ma evidentemente è stata una tattica per "riempire dei vuoti", va bene così basta che ci siano libri, accessibili da vedere, sfogliare, godere.

Plauso all'organizzazione, code smaltite velocemente, entrate "privilegiate" accessibili senza girare come dei matti, servizi senza code kilometriche, ragazzi molto preparati e sorridenti nel caso di richiesta di info. BRAVI.

Adesso vi posto il video (collage di piccoli video fatti all'interno del Salone, intervallati da immagini) che ho ricavato ieri, ben poca cosa ma comunque un ricordo che vedrò con tenerezza nel caso "ci chiudano di nuovo" per qualche altro virus delle scimmie, dei babbuini o di qualche altro animale.

Perdonate l'amarezza ed un lieve sentore di malinconia, magari se ci sarà concesso, andrà meglio (come umore) alla prossima edizione. Vi abbraccio tutti, grazie.


Video sulla pagina Fb de QUELLA DONNA E' UNA LIBRAIA MANCATA ➡️ https://fb.watch/d8NCRA2u7G/


VIDEO SU YOUTUBE










ENRICA MERLO

per

MI MANCANO I FONDAMENTALI

21/05/2022


lunedì 16 maggio 2022

COM'ERO, COME SONO. COME CAMBIANO LE IDEE O COME SIAMO COSTRETTI A CAMBIARLE part I

 


Questa sono io e la foto è mia (siamo intorno al 2019)


Articolo precedente: http://www.mimancanoifondamentali.com/2022/04/ascolta-ma-soprattutto-ascoltati.html


UNA STORIA MOLTO PERSONALE

(questa storia ve la racconto in due parti o magari tre)


Mi vedete in questa foto? Cosa notate? Va bene vi semplifico la vita. Li vedete i capelli no? Ecco, belli vero? Sappiate che qui non rendo nemmeno l'idea completamente poichè il vero colore dei miei capelli visto dal vivo è molto più vivido e lucente. Colore naturale s'intenda, questa non è una tinta. Dei capelli che mezzo mondo mi invidiava, le madame, le ragazze, le donne in generale mi fermavano per strada per chiedermi "dove mi fossi fatta i capelli"; papà e mammà rispondevo sempre perchè così era ed è, tante non mi credevano, solo le pettinatrici sapevano che quel colore era mio, MIO.

Ora io non sono una specie di generale dell'esercito e ho anch'io le mie emozioni, i miei momenti no, le mie fragilità e una prepotente emotività. Detto questo: dovete sapere che sin da quando ho memoria nella mia vita mia madre soleva, intorno ad aprile/maggio "dare un bel taglio ai miei capelli" COSI' STAVO PIU' FRESCA DURANTE L'ESTATE. Capite l'implicazione di questa imposizione vero? Sono sempre stata una ragazzina molto remissiva ma caspita se avevo anch'io le mie inquietudini ed i miei pensieri, specie da quando cominciai ad andare a scuola ed il fatto di avere una bella rapata quasi a zero significava spernacchiate a secchiate, risate in faccia non solo da parte dei maschietti ma anche delle femminucce. Poi arrivava l'estate, si andava al mare, si tornava a casa ed io avevo una compagnia con cui giocare formata piuttosto da maschi, e vabbè facciamola andare. Intanto crescevo e la cosa mi rugava abbastanza, sempre di più diciamo, ribellarsi non se ne parlava manco. Il culmine lo toccai in prima ginnasio quando la mamma della mia compagna di banco chiese alla figlia "Ma chi era quel ragazzo con cui passeggiavi oggi?". Cazzarola, stenterete a crederlo (seeee) ma quel ragazzo ero io. Lì, scoppiai. Non avrei più permesso la rapata o taglio "alla maschetta" che dir si voglia. Basta, fine, stop, sono o no una donna? Mia madre sulle prime fu un tantino contrariata di questa mia presa di petto della situazione poi trovammo un degno (per lei) compromesso... un bel taglio "moderno" mi viene da vomitare ancora adesso solo al pensiero, con i capelli sì lunghi, ma solo dietro, davanti frangia e capelli sopra l'orecchio. Un obbrobrio, un (perdonatemi) aborto, uno schifo. Cominciai a credere che il desiderio di tenermi i capelli rapati non fosse tanto per il mio BENESSERE ma piuttosto una forma di sadismo nei miei confronti, tanto per rendermi il più brutta possibile, per non rendermi mai carina per nessuno, manco per le femmine.

Vi comunico che dai quindici anni in avanti presi completamente possesso della mia capoccia e ne feci quello che volevo io (compresa una permanente non brutta per carità, ma che mi faceva sembrare una specie di Joey Tempest al femminile - sapete il cantante degli Europe - ma ne andavo anche piuttosto orgogliosa, meglio il cantante degli Europe che crapapelata). I miei capelli crebbero sempre di più, sempre più belli, più lunghi, lucenti, biondi, lisci finalmente dopo la parentesi tricotica svedese, fecero di me una sorta di icona tipo Claudia Schiffer (quello che temeva fortemente mia madre credo; da allora infatti non potevo manco guardare in faccia un ragazzo che finivo punita per una settimana, ma vaffa). Tanto si cresce, tanto si cresce e le ire matriarcali ad una certa chissene. Ho fatto dei miei capelli un'icona per me stessa, ne avevo una cura tale che smisi anche di andare dalla pettinatrice perchè nessuno ci mettesse le mani, per carità bellissimi però forse un tantino avevo esagerato. Giustificabile il mio comportamento? Credo di sì. Provate a pensare ad una bambina già piuttosto carina dai quattro anni fino ai quattordici anni sottoposta al trattamento che riservavano in luoghi tremendi che nemmeno riesco a nominare; ma vaffa, davvero. Tutto questo poi, a parte la fissazione tricotica aveva anche un'implicazione piuttosto inquietante per me: io ho vissuto da vicinissimo la malattia prima di colei che fu mia suocera e poi di mia madre; costrette dal cancro a fare la chemio e a perdere totalmente i capelli. Lasciamo perdere le sofferenze che patirono loro, le patii anch'io in un certo senso poichè ero molto vicina sia all'una che all'altra ma guardiamo invece la cosa dal punto di vista della mia fissazione? Passione? I capelli, i miei bellissimi meravigliosi capelli. Cosa avrei mai fatto se fosse successa a me una cosa del genere? Non potevo nemmeno pensarci, infatti dopo tempo ho smesso di pensarci ma sappiamo bene che smettere di pensare a una cosa non corrisponde esattamente a risolvere il problema. 

Facciamo un bel saltone adesso. Sia la mia ex suocera che mia madre non ci sono più da molto, molto tempo e non perchè hanno deciso di fuggire alle isole Cayman. Parliamo del lockdown e delle scelte che ognuno di noi, se si ha un minimo di carattere si trova a dover fare, alrtimenti si va dietro al branco di pecore e behhhhh. Io, come forse sapete o forse no, ho deciso di rifiutare l'inoculazione del siero. Vi dico che sono stati due anni non d'inferno, ma di più. Rifiutata dalla società, rifiutate anche le comunicazioni verbali non dirette da parte di molti, la sensazione di essere sporchi quando si sa che forse sporchi erano gli altri e pure un pò fessi alla luce delle ultime notizie. Spesso spernacchiati proprio dalle persone che più dovrebbero starci vicino. Ho resistito, anche piuttosto stoicamente e con successo per carità ma si capisce che due anni e più in questa situazione di perenne stress, fisico/psichico, dove, con il governo malnato che ci ritroviamo, ogni giorno si cambiava idea, non è stato un gioco da ragazzi e le ripercussioni ci sono state, eccome, soprattutto a livello psicologico ma anche fisico, un dimagramento importante ma che non mi ha tolto certo l'energia.



Eccomi nel 2021; non guardate le tette, guardate i capelli - la foto non è mia; ringrazio sentitamente.


Veniamo al dunquissimo. Settembre 2021. Poichè mia figlia ha sempre avuto un favoloso colore di capelli, rosso, per l'esattezza mi prese un bel dì (dopo dieci anni di astinenza totale da pettinatrice) di farmi rossa anch'io... sapete com'è, così siamo anche più simili è più coreografico nel caso dovessimo esibirci insieme (suoniamo per chi non lo sapesse date un'occhiata qui a destra sulla colonna del blog c'è la mia pagina, beh a dirla tutta ci siamo esibite insieme una sola volta) daie e daie che faccio? Vado dalla pettinatrice e mi faccio rossa. Avete presente? ROSSA. Contentissima inizialmente poichè il cambiamento era stato repentino e assolutamente stravolgente, era come se avessi avuto bisogno di una forte scarica di adrenalina e fossi stata soddisfatta in questa mia voglia cocente senonché dopo pochi giorni mi accorsi con sgomento (avrei potuto arrivarci da sola a dire il vero; ho dato la colpa al mio squilibrio da isolamento e incomprensione da lockdown delle balle) che già avevo una crescita notevole...e brutta, bruttissima. Che fare? Aspettare almeno un mese per far riposare i capelli e poi tentare una sorta di "salvataggio". Beh quando arrivai al mese piangevo... avevo una lunghissima crescita praticamente bianca (e per forza ero più platinata di Marilyn prima) e sembravo, mi perdonino le signore anziane, una vecchia, quella roba mi faceva sembrare vecchia. Mi ero trasformata in una vecchia.

Prendo appuntamento dalla pettinatrice (che avrebbe anche potuto avvertirmi dell'abnormità che avevo compiuto ma quando si tratta di soldi si sà non si guarda in faccia a nessuno) e chiedo che PROVI A FARMI TORNARE PIU' O MENO COME PRIMA, il più possibile insomma, testuali parole magari con una decolorazione? Chi se ne frega se poi si rovinano, piuttosto spuntiamo deciso ma così proprio no. "No, no la decolorazione no, potrebbe rovinare i capelli" quando ci sono milionate di persone che si decolorano eh vabbè, propostona "facciamo una decolorazione dolce" che io non avevo idea di cosa fosse, ma vogliamo dare un minimo di fiducia? Arriva il fatidico giorno, si fanno dei colpi di sole con l'intento di cominciare a schiarire... sì. Vado al lavandino mi si sciacqua e dopo mi viene applicato un budino in testa che ho dovuto sorbirmi per la bellezza di un'ora nella quale ero congelata fino al midollo con il timore di beccarmi pure qualche malanno (sapete coi tempi che correvano...). Si risciacqua, si lava e... Mia figlia era appoggiata allo stipite della porta e mi è bastato vedere la sua faccia anzi il suo sopracciglio destro per capire che c'era qualquadra che non cosava, un movimento impercettibile che nemmeno un agente della Cia avrebbe notato, io lo notai. Andai davanti allo specchio, e mentre prima ero fiduciosa, abbastanza insomma, ora un pò più titubante dopo l'alzata di Marty e... non decolorazione, non dolce, non colpi di sole, i quali, dove erano finiti? Ma una massa di capelli che rimpiansi rossi con la crescita a dire il vero, giallo polenta, misto budino al creme caramel, misto pannocchia. Uno schifo. La scaltra fanciulla (non mia figlia eh, l'altra) mi disse di non preoccuparmi che era un effetto naturale, una volta asciutti avrebbero assunto un colore decisamente più naturale. Ed in effetti dovetti ammettere che un lievissimo miglioramento lo vidi ma fatto era che io avevo la mia bella chioma anzi ex bella chioma color polenta, come quella di Geppetto di Pinocchio. Paga, esci, piangi ancor più di prima. Questa non è una storia che fa ridere ma un dramma esistenziale che continuerà nel prossimo articolo, se vorrete sentire il resto, che forse anzi decisamente è peggio di quanto successo sinora e farete forse bene a leggere fino all'ultima parola per evitare i miei errori... sono stati proprio errori però?


CONTINUA









Enrica Merlo

per

MI MANCANO I FONDAMENTALI

16/05/2022