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Ragazzi ci siamo, sta arrivando un cambiamento epocale nella mia vita (parlo di quando avevo quattro anni, per
ora di cambiamenti epocali nemmeno la più vaga ombra, non vi entusiasmate troppo). Mio fratello è nato il 17 dicembre curioso come sia io che il mio frater siamo nati in mesi assai infausti per quanto riguarda la situazione meteorologica, sarà un caso? Comunque, so che mia madre è all'ospedale, so che mio fratello è nato, ho anche la vaga percezione di una soddisfazione frusciante nel sorriso di mio padre (dopo due figlie femmine potrei anche capirlo, dico potrei, non che lo capisca completamente badate bene). Mettiamola come fossimo in un set cinematografico, meglio teatrale forse. Cucina. Io e mio papà abbiamo appena finito di mangiare, si sente pesantemente la mancanza della mamma, del resto a quattro anni non è che puoi esultare se tua madre non c'è anzi, vi ho parlato della mia sorella maggiore? No. Ve ne parlerò non temete e vi dirò anche del perchè non c'era anche lei quella volta a tavola con noi, niente di drammatico non sfregatevi già le mani, una semplice situazione di routine familiare, più americana che italiana ma va bene lo stesso; dedicherò un racconto a parte su mia sorella benchè, come sto meditando in questo periodo della mia vita, ne meriterebbe parecchi di capitoli, in senso positivo intendo. Ma torniamo a noi. Dunque, luce soffusa, la mia mamma che Dio la benedica, ha sempre avuto la mania del risparmio energetico quindi le lampadine erano sempre un pò "intime", luce soffusa ripeto una cena che non ricordo perchè perdonatemi posso raccontare e ricordare ma non posso certo aver memorizzato quel che mangiammo quella sera, avevo pur sempre poco più di quattro anni. Ad un certo bel punto ci alziamo da tavola, non so di preciso se il giorno dopo saremmo andati a recuperare il simpatico fagottello e mamma o no, comunque io mi offro coraggiosamente di lavare i piatti (col senno di poi avrei potuto andare a giocare in camera mia ma questa è un'altra storia; se riuscite ricordate questa memorabile frase. Più avanti "i piatti" diventeranno il mio contrappasso). Ho preso una sedia, ho inforcato "il faudalin" che in italiano semplicemente indica il grembiulino, quello da legarsi in vita per non bagnarsi o sporcarsi durante le operazioni casalinghe -figuratevi a me arrivava ai piedi- ho avvicinato la suddetta sedia al lavandino, aperto l'acqua calda (con parsimonia mi raccomando che "al gas a custa" -il gas costa-) e ho cominciato a lavare quelle quattro stoviglie che avevamo sporcato durante la cena. Credo non proverò mai più una tale sensazione di beatitudine, di libertà, di volo, sì, di volo perchè è stato come se mi fossi gettata col paracadute da un aereo scoprendo che mi piaceva un sacco. Mi sentivo enormemente orgogliosa di questo mio gesto, mi sentivo GRANDE. Chissà perchè poi quando siamo piccoli abbiamo così voglia di crescere e alla mia età invece tornerei non dico volentieri nel grembo materno ma quasi.
Comunque, sto lavando i piatti per la prima volta nella mia vita e ho poco più di quattro anni e nel frattempo mio padre mi dice: "Mi raccomando fai attenzione che io scendo a staccare il fiocco dal portoncino" ma lo dice in un modo che io mi sono squagliata, ho sentito un enorme affetto nelle sue parole e non solo per la nuova creatura che di lì a breve sarebbe venuta a farci per sempre compagnia in casa, ma anche per me, per la mia mamma, mi pareva addirittura per il mondo intero. Insomma quello è stato IL MOMENTO PERFETTO. Devo aggiungere altro? No vero? So che a qualcuno magari, dai, starà scappando una lacrimuccia o sorriderà benevolo/a sotto i baffi. Per la cronaca e per sdrammatizzare questo mieloso momento da diabete forzato, ve lo ricordate il fiocco vero? Il fiocco che si appende sulle porte quando nasce un bambino vero? (che poi c'è gente che ci appende pure le mercedes ma non stiamo a giudicare) ecco, il fiocco, la luce soffusa, il lavaggio dei piatti, la strana e decorosa calma felice di mio padre, il momento perfetto, altrochè E CHI SE LO RICORDA... me lo ricordo perfettamente e forse dico forse, perchè non ho ancora raccolto completamente le idee, è stato uno dei ricordi più belli della mia infanzia, della mia vita, un momento nel famoso continuum temporale che era giusto fosse lì, proprio lì in quel momento, in quel giorno, quell'anno, quel secolo, quel millennio.
Spero di non avervi tediati e vi informo simpaticamente che codesto racconto è protetto da copyright ma davvero davvero, nel senso che se a qualcuno gira di farlo passare per suo (come mi capitò in passato con ben 68 poesie, da ammazzarsi) son cavoli perchè è registrato regolarmente ed è di mia esclusiva proprietà. Contattatemi piuttosto se vi dovesse interessare, grazie.
Continuum
Enrica Merlo
per
MI MANCANO I FONDAMENTALI
15/09/2021
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