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Perchè questo titolo. Allora, a differenza dello scorso lockdown dove c'era maggiore confusione, più paura dell'ignoto e forse minore violenza verbale e arroganza/ignoranza, questa del titolo è la frase che invece ora è più in voga da parte di chi risponde a post o commenti non esattamente in linea col catastrofismo imperante. Lo dico e lo ripeto allo sfinimento, io NON SONO negazionista, anzi, sono la prima ad usare tutte le precauzioni possibili per evitare di contrarre o per evitare di contagiare, ma contro l'idiotismo non c'è mascherina che tenga. I miei commenti agli articoli (peraltro di testate anche piuttosto famose che dovrebbero dunque cercare di non mettere terrore tra la gente, dovrebbero mediare e cercare di calmare gli animi non fomentarli) vengono al 90% liquidati da grandissimi geni del web con questa frase o con altre peggiori se possibile. Detto questo vi racconto una storia che pochi sanno e che mi riguarda anche se so che non servirà un gran che.
A fine marzo del 2015 dopo un estenuante mese di corse giornaliere da Torino dove abitavo allora fino a Ciriè dove era ricoverato mio papà per un serio problema cardiaco, mi sono ammalata; di polmonite... per la precisione polmonite interstiziale. Non so se sia accaduto per la stanchezza o se io l'abbia contratta in ospedale (tutto è possibile) fatto sta che fu una forma anche abbastanza seria. Rifiutai il ricovero firmando il documento che sollevava tutto e tutti da ogni responsabilità... non volevo lasciare sola mia figlia (e le mie bestiole per un tempo che sapevo sarebbe stato molto lungo). Infatti la malattia fu lunga e devastante. Presi una camionata di antibiotici e altri farmaci e stavo così male che giorno e notte avevo bisogno di avere la finestra leggermente aperta per sentire un pò d'aria e mitigare il senso di soffocamento (non faceva ancora così caldo ma ne avevo bisogno), persi l'appetito, persi peso, persi anche un pò la fiducia in me stessa ma magari di più nell'umanità perchè fui proprio lasciata sola come un cane tranne che per mia figlia che in quel periodo fu davvero il mio Angelo custode (la mia dottoressa mi chiamava ogni tanto, questo glielo devo). Fece quel che poteva, andava a scuola e poi faceva la spesa e da mangiare. Un mese rimasi a letto, alla fine non riuscivo nemmeno a deambulare bene a furia di stare ferma. Mi alzavo solo per andare in bagno e faticosamente e a darmi una sciacquata veloce.
Dopo il primo mese cominciai ad alternare il letto alla poltrona e a piccole passeggiate in mansarda. Dopo altri quindici giorni ero in piedi ma facevo una fatica nera anche solo a pensare. Il tutto condito con un'incombente inquietudine riguardo alla mia sopravvivenza poichè dalla prima radiografia fatta risultava una bella macchiona sul polmone sinistro... cancro? lesione provocata dalla polmonite? Per la consistenza dei miei polmoni era un pò difficile dirlo, altri esami per ora non era possibile farli per la mia estrema debilitazione. Fu così che dopo qualche tempo feci altri controlli e risultò che la macchiona era una lesione dovuta alla polmonite e quindi in via di lento riassorbimento. Non vi dico la strizza che ho avuto per tutto quel tempo. Per due anni ogni sei mesi facevo gli accertamenti per capire fino a che la macchia non scomparve completamente. Ora ovviamente sto bene anche se posso dire di avere una gran paura e di fare molta attenzione ai colpi d'aria anche d'estate. La polmonite qualcosa comunque ti lascia sempre, una diffusa ed a volte inspiegabile debolezza anche dopo anni. Ancora oggi ho molto freddo nella zona scapolare e devo sempre avere qualcosa a portata di mano per coprirmi, sarà una cosa psicologica tant'è. Vado sempre a dormire con qualcosa che mi avvolga le spalle anche d'estate, ripeto. Poi qualche controllo è sempre meglio farlo.
Bene, questa è in breve la mia esperienza con la polmonite interstiziale che potrebbe essere tranquillamente chiamata covid e anche preso malamente solo che allora forse non era ancora di moda, ricordo era il 2015. Quello che voglio dire in conclusione di questo mio racconto è che prima di augurare malattie alle persone bisognerebbe andarci molto piano perchè non si sa dietro alla storia personale di chi commenta o di chi scrive qualcosa sui social con cui non siamo completamente d'accordo cosa c'è, si potrebbe fare veramente del male. Purtroppo vuoi la paura o semplicemente il fatto di stare dietro ad una tastiera fa di molte persone dei mostri di vuotezza cerebrale senza precedenti ed è un peccato perchè magari quelle stesse persone prese vis a vis non farebbero poi così schifo.
QUINDI: prima di augurare, cancri, covid o maledizioni da qui all'eternità pensateci un secondo e se proprio non riuscite a far funzionare il muscolo pensante, contate fino a dieci almeno, quello dovremmo saperlo fare tutti.
Abbiate un pò di tenerezza nei miei confronti; ho fatto una gran fatica a raccontarvi tutto questo... e non è proprio tutto, come potrete immaginare.
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