Chernobyl ed i vari reattori prima del disastro - foto dal web
Articolo precedente: http://www.mimancanoifondamentali.com/2020/04/liberazione-da-cosa-unattualissima.html
Era la notte tra il 25 e 26 aprile del 1986 quando il reattore quattro della centrale di Chernobyl in Ucraina, esplose. Una eccessiva immissione di materiale radioattivo provocò una fuoriuscita di combustibile e subito dopo un'esplosione di vapore. In un lasso di tempo brevissimo ( pochi secondi) la produzione di energia nel nocciolo del reattore quattro divenne cento volte superiore rispetto al normale flusso energetico con un aumento abnorme della temperatura. Cosa successe dunque dopo? La copertura di metallo di 2000 tonnellate che copriva il reattore fu distrutta da due esplosioni consecutive che liberarono nell'atmosfera, e sul territorio circostante, tonnelate di grafite provenienti direttamente dal nocciolo del reattore; per dieci giorni consecutivi l'incendio che ne derivò continuò senza sosta e continuò anche la fuoriuscita di materiale radioattivo.
Nell'immediato morirono due persone, altre 187 manifestarono immediatamente gravissimi segni di irraggiamento dei quali 31 morirono poche ore dopo. Questi poveri sventurati erano i primi soccorritori e coloro che in quel momento si trovavano all'interno della centrale. Non furono immediati i dati della tragica fuoriuscita di materiale radioattivo, anzi, solo studi recenti danno la vera entità della sciagura: è noto ormai infatti che, oltre allo IODIO 131 e al CESIO 134 137 (che furono rilasciati nella quantità del 50/60%) fuoriuscì una quantità del 100% di sostanze gassose rare e pressoché sconosciute al tempo come lo Xenon e il Kripton.
La quantità totale di isotopi radioattivi interessò dapprima la zona subito adiacente la centrale (si stima una quantità pari a 120.000 persone che furono IMMEDIATAMENTE contaminate) mentre tra il 27 e il 28 aprile la nube radioattiva raggiunse la penisola scandinava e contaminò l'intera Ucraina e la Bielorussia. Il 28 e il 29 aprile la nube si divise in due parti complice una corrente d'aria fredda che andava da ovest ad est e raggiunse la Germania e la Polonia. Tra il 30 aprile ed il 1 maggio la nube arrivo sul nord della Grecia, sull'Italia, la Svizzera (che però rideva di noi che non mangiavamo più l'insalata, lo so da fonti certe), l'Austria e la Cecoslovacchia. In tutti questi stati fu registrato un notevole aumento della radioattività. Nei giorni seguenti si diffuse a nord ovest e sud est dell'Europa (aumentò sostanzialmente il livello di radioattività anche in Gran Bretagna, Belgio, Irlanda e nella parte sud della Francia. Purtroppo il fall out radioattivo più elevato (escludendo le immediate zone intorno alla centrale) si registrò in Italia, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Albania. Tra il 6 e l'8 maggio la nube interessò anche luoghi assolutamente lontani dalla centrale (Cina, India, Giappone, Usa e canada). Il 70% della radioattività rilasciata cadde proprio sulla Bielorussia. Si calcola che le persone coinvolte DIRETTAMENTE nei giorni successivi all'esplosione del reattore quattro (popolazione, squadre di soccorso, personale della centrale) furono più di 800.000, agghiacciante.
La quantità totale di isotopi radioattivi interessò dapprima la zona subito adiacente la centrale (si stima una quantità pari a 120.000 persone che furono IMMEDIATAMENTE contaminate) mentre tra il 27 e il 28 aprile la nube radioattiva raggiunse la penisola scandinava e contaminò l'intera Ucraina e la Bielorussia. Il 28 e il 29 aprile la nube si divise in due parti complice una corrente d'aria fredda che andava da ovest ad est e raggiunse la Germania e la Polonia. Tra il 30 aprile ed il 1 maggio la nube arrivo sul nord della Grecia, sull'Italia, la Svizzera (che però rideva di noi che non mangiavamo più l'insalata, lo so da fonti certe), l'Austria e la Cecoslovacchia. In tutti questi stati fu registrato un notevole aumento della radioattività. Nei giorni seguenti si diffuse a nord ovest e sud est dell'Europa (aumentò sostanzialmente il livello di radioattività anche in Gran Bretagna, Belgio, Irlanda e nella parte sud della Francia. Purtroppo il fall out radioattivo più elevato (escludendo le immediate zone intorno alla centrale) si registrò in Italia, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Albania. Tra il 6 e l'8 maggio la nube interessò anche luoghi assolutamente lontani dalla centrale (Cina, India, Giappone, Usa e canada). Il 70% della radioattività rilasciata cadde proprio sulla Bielorussia. Si calcola che le persone coinvolte DIRETTAMENTE nei giorni successivi all'esplosione del reattore quattro (popolazione, squadre di soccorso, personale della centrale) furono più di 800.000, agghiacciante.
Il reattore quattro dopo l'esplosione e l'incendio - immagine dal web
La tesi dell'errore umano propagandata dal governo sovietico per tutelare il prestigio tecnologico venne accolta di buon grado in occidente che, possedendo altrettante centrali nucleari ed avendo avuto incidenti non così gravi ma che potevano essere potenzialmente pericolosi quanto quello di Chernobyl, ritenne giusto questo comportamento per evitare che la popolazione pensasse che il nucleare non fosse sicuro. Ad ogni modo ancora oggi, sebbene siano passati più di trent'anni dai fatti, si ritiene che la maggior parte dei segreti sulla reale dinamica e sulle reali conseguenze dell'incidente non siano stati resi pubblici.
Il reattore numero quattro era in pratica un adattamento dell'ingegneria civile di un reattore di tipo militare cioè destinato a produrre materiali bellici quindi a quanto pare assolutamente inadatto a contenere un incidente come quello avvenuto poichè privo di strutture di contenimento rinforzate. Il reattore numero quattro venne totalmente distrutto dall'esplosione e non solo ma l'intero corpo sprofondò di quattro metri rispetto al livello iniziale sfondando completamente la sala comandi che divenne assolutamente inaccessibile ai soccorsi per l'enorme quantitativo di radiazioni essendo anche saltato il sistema sistema di isolamento ermetico. Ne conseguì che tutto il magma incandescente, costituito da materiale ferrosi fusi, cemento armato, combustibile nucleare e gas fu eruttato immediatamente nell'atmosfera e ricadde su tutto il territorio adiacente la centrale. Per le prime settimane dall'esplosione il livello di radiazione presente nelle subitanee vicinanze del reattore si mantenne nell'ordine delle migliaia di Roengten, mentre nell'area diretta della centrale raggiungeva le DECINE DI MIGLIAIA di Roengten; lo spesso muro di materiali, non della nube, si parla di materiali, radioattivi sì alzo fino ad un'altezza di quasi 2 km e si disperse in un raggio di oltre 1200 km (quasi la lunghezza dell'Italia). L'emergenza, domato l'incendio, era quella di isolare il reattore per proteggere la popolazione (o quel che ne rimaneva). Inizialmente fu eretto quello che venne chiamato SARCOFAGO che venne costruito, purtroppo con le parti in cemento armato del reattore esploso determinando così un rischio ancora maggiore di contaminazione. In seguito furono costruiti degli strati successivi ed un muro di cinta per i quali vennero utilizzati 300.000 tonnellate di cemento e 100.000 tonnellate di strutture metalliche. Questa immane costruzione ha però gravato il terreno di per sè argilloso dove poggiava il reattore, di un peso quasi incalcolabile quindi il sarcofago ed il reattore che conteneva è ulterioriormente sprofondato di altri quattro metri.
Nel gennaio del 1996 il sarcofago presentava numerosi cedimenti ed erano evidenti, crepe e buchi dai quali fuoriuscivano polveri, acqua e gas radioattivi. Ricordiamo che un'eventuale cedimento del sarcofago avrebbe messo a cielo aperto una quantità di combustibile nucleare ormai ridotto a PULVISCOLO pari a 180 tonnellate, 11 mila metri cubi di acqua e 740.000 metri cubi di macerie altamente radioattive. Gli scienziati ucraini avevano valutato che la radioattività totale delle sostanze presenti all'interno del sarcofago era superiore ai VENTI MILIONI DI CURIE. Il sarcofago era stato progettato per garantire una sicurezza di 20/30 anni quindi si è resa necessaria la costruzione su di esso ormai fatiscente e praticamente a pezzi di un nuovo sarcofago questa volta più sicuro, all'avanguardia e che garantisca un periodo di relativa sicurezza di almeno 100 anni.
Il nuovo scudo o sarcofago è stato costruito in due parti che sono state poi congiunte nel 2015 ed è già nella sua sede dal 2016. Il suo nome è NEW SAFE CONFINEMENT ed è una struttura in acciaio da 36.000 tonnellate. Costato 1,5 miliardi di dollari dovrebbe LIMITARE quindi le fughe radioattive per 100 anni, si spera. Al suo interno vi è una gru che sta rimuovendo tutto ciò che resta del vecchio sarcofago. La struttura è stata inaugurata nel luglio del 2019.
Il NEW SAF CONFINEMENT oggi - immagine da Sky tg24
Un "incidente" che ci ha toccato molto da vicino. Io avevo 16 anni quando Chernobyl è esplosa. Un'esperienza che sicuramente, pur non essendo stata vissuta in prima persona da me, ha comunque segnato fortemente la mia vita in quel momento e anche quella a venire e che ha profondamente radicato in me la convinzione che nonostante i grandi progressi tecnologici il nucleare continua a NON ESSERE un'energia sicura. Spero vivamente che le energie alternative, che ci sono ve lo assicuro, possano un giorno convincere proprio TUTTI che questi portatori di morte non solo devono essere smantellati e messi in sicurezza ma si deve smettere di riprodurli. Perchè poi non stiamo a raccontarci bugie: vi ricordo che l'enorme sforzo prodotto per realizzare il New Safe Confinement durerà solo 100 anni ed è stato realizzato per 1 reattore di 1 sola centrale tra le migliaia di centrali sparse in tutto il mondo. Provate a meditarci sù un attimo.
Image from google
Un'aula scolastica a Chernobyl; tutto è rimasto come allora, un'immagine che ci deve far riflettere... la natura riuscirà sempre a cavarsela, noi NO.
Enrica Merlo
per
Chernobyl 26/04/2020
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