lunedì 23 marzo 2020

GIACOMO LEOPARDI: pungente ed attuale.


Giacomo Leopardi - fonte wikipedia

Articolo precedente: http://www.mimancanoifondamentali.com/2020/03/la-primavera-nonostante-tutto-non-si.html

Sto leggendo, non per la prima volta nella mia vita poichè sono stata specie in gioventù, una sua grande "follower" a dirla come ai giorni nostri, i PENSIERI di Giacomo Leopardi. Nato, come saprete nel 1798 e nonostante una salute tanto cagionevole da poter far credere che il suo carattere fosse perlopiù scostante, era invece un fine e canzonatorio osservatore dei suoi tempi e a quanto pare dei nostri. Infatti i suoi pensieri sono di un'attualità quasi sconvolgente: vi regalo qui il passo n. XXI di un'ironia che rasenta quasi il riso e la facezia. Si parla infatti del parlare e dell'ascoltare... Siete pronti?

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XXI - dai Pensieri di Giacomo Leopardi

Parlando, non si prova piacere che sia vivo e durevole. se non quanto ci è permesso discorrere di noi medesimi, e delle cose nelle quali siamo occupati, o che ci appartengono in qualche modo. Ogni altro discorso in poca d'ora viene a noia; e questo, ch'è piacevole a noi, è tedio mortale a chi l'ascolta. Non si acquista titolo di amabile, se non a prezzo di patimenti: perché amabile, conversando non è se non quegli che gratifica all'amor proprio degli altri, e che, in primo luogo, ascolta assai e tace assai, cosa per lo più noiosissima; poi lascia che gli altri parlino di sé e delle cose proprie quanto hanno voglia; anzi li mette in ragionamenti di questa sorte, e parla egli stesso di cose tali; finché si trovano, al partirsi, quelli contentissimi di sé, ed egli annoiatissimo di loro. Perché, in somma, se la miglior compagnia è quella dalla quale noi partiamo più soddisfatti di noi medesimi, segue ch'ella è appresso a poco quella che noi lasciamo più annoiata. La conchiusione è, che nella conversazione, e in qualunque colloquio dove il fine non sia che intertenersi (intrattenersi) parlando, quasi inevitabilmente il piacere degli uni è noia degli degli altri, né si può sperare se non che annoiarsi o rincrescere, ed è gran fortuna partecipare di questo e di quello ugualmente.

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"Sempre caro mi fu quell'ermo colle..." Giacomo Leopardi - immagine da wikiquote 


Quindi? Mi pare che il buon Giacomo sia stato assolutamente lampante!! In una conversazione dunque la virtus sta esattamente nel mezzo!! Se uno parla troppo l'altro si annoia e l'uno ne trae massimo godimento. Se l'altro parla troppo l'uno si annoia e l'altro ne trae massimo godimento. Se l'uno e l'altro trovano la quadra e parlano e godono della loro conversazione entrambi allo stesso modo, allo stesso modo della conversazione si annoieranno ma mi pare che il ragionamento fili liscio. Facciamo dunque tesoro di questa perla letteraria anche se penso che sia mooooolto difficile riuscire a raggiungere questo equilibrio, spcie ai giorni nostri dove tutti si credono dei Geni.


Sto leggendo:

PENSIERI di Giacomo Leopardi
I DAVID
Tascabili La Spiga
















Enrica Merlo
per
23/03/2020


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