lunedì 30 dicembre 2019

UN BUCO NERO CHE TUTTE LE GALASSIE CI INVIDIANO (credo 😎)


Limmagine potrebbe essere soggetta a copyright ma pazienza; mi muove un grande amore per il cosmo.


Articolo precedente: http://www.mimancanoifondamentali.com/2019/12/haiku-natalizio-auguri-tutti.html

Perchè ho intitolato questo articolo così? Ma ovviamente per ironia, non credo che nessuna Galassia per quanto lontana possa invidiare a nessuno un buco nero a meno che non abbia dei seri e circostanziati motivi. Calma e sangue freddo vi spiego a breve anche la motivazione di un titolo così apparentemente sciocco. Il punto è che amo tutto quel che accade nel cosmo ma proprio tutto, vi pare che non vi informi se succede qualcosa di davvero straordinario?

E' stata pubblicata sulla rivista Nature un mesetto fa una notizia bomba: è stato infatti scoperto un buco nero allucinante con una massa piuttosto ragguardevole ovvero pari a 70 volte quella del sole, perbacco, e questo simpaticone di buco nero è piazzato proprio nella Via Lattea (che fortuna eh?) a 15.000 anni luce circa dalla Terra (che facendo un paio di conti in ambito astrale non è poi così lontanissimo, ma non cominciamo a farci prendere dal panico). E' stata l'Accademia Cinese delle Scienze a fare questa sensazionale scoperta, scoperta coordinata da Jifeng Liu dell'Osservatorio di Pechino in collaborazione con l'italianissimo Mario Lattanzi dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). In alcuni articoli in giro, questo buco nero viene definito "mostro cosmico" anche se io non starei ad offenderlo vuoi ma che si alteri, ma lo han definito in codesto modo poichè ha una massa che è, a parte quel che vi ho detto prima, comunque 4/5 volte superiore ai buchi neri di questo tipo (vi ricordo che comunque nella Via Lattea di buchi neri ne abbiam la bellezza di 100 milioni tanto per farvi dormire tranquilli tra due guanciali di valium). Non è ancora noto se sia il più grande buco nero (di questo tipo) mai trovato, ma comunque sia è bello grosso visto che per la struttura stellare degli astri presenti nella nostra Galassia, un coso così enorme in teoria non dovrebbe esistere, invece esiste. Nonostante una metallicità assai simile a quella del Sole. 


Altra immagine di LB-1 quasi sicuramente soggetta a copyright; però è talmente bello, non trovate?

Gli han dato pure il solito nome un pò triste (mica come Gargantua in Interstellar volete mettere?) ma li perdoniamo perchè questo nome deriva dal gruppo di lavoro che lo ha scoperto, cioè proprio LB-1. Come molti buchi neri che si rispettino il nostro buon LB-1 ha anche una bella stellona che lo accompagna che è anomala pure lei poiché impiega ben 79 giorni per compiere una rotazione completa. Ma torniamo al titolo: questo bel bucone ha anche un'altra caratteristica anomala: infatti non emette raggi X che sono un pò, diciamo,  la "voce" dei buchi neri praticamente LB-1 è un buco nero silenzioso, non parla sta zitto niente clamori o casini, nulla di nulla, un buco nero che tutti vorrebbero come vicino di casa (eccerto come no). Ed in genere l'emanazione dei raggi X di un buco nero è proprio il motivo per cui un buco nero viene scoperto, perchè "si sente" ma allora, come l'hanno scoperto se se ne stava zitto e quatto? Ma grazie ad un telescopio ottico da ben 4 metri non lontano da Pechino che è specializzato a dar la caccia a stelle che ruotano intorno a corpi invisibili (in questo caso la lenta stellona da 79 giorni - che pure lei mica scherza che è  grossa ben 8 volte il sole - che gira intorno al silenzioso buco nero gigantesco, tutto gigantesco qui caspita però silenzioso, qualcosa di positivo doveva pur esserci no?)

Gasatissimi da questa scopertona i nostri baldi scienziati sono pronti a mettersi di nuovo in caccia e trovare qualche altro simpatico buco nero. Ma anche no? Oppure trovarne uno che almeno canti l'Aida? 😅













ENRICA MERLO per MI MANCANO I FONDAMENTALI
30/12/2019

sabato 21 dicembre 2019

Prima presentazione de LE PAROLE FESTIVE e HAIKU per Granchiofarfalla (Galleria d'Arte Endola)


Foto mia

Articolo precedente: http://www.mimancanoifondamentali.com/2019/12/piccoli-preziosi-libri-in-uscita-le.html

Come promesso nell'articolo precedente eccomi per informarvi riguardo alla prima presentazione dei due libri appena usciti (ieri) per GRANCHIOFARFALLA ovvero "LE PAROLE FESTIVE" scritto a quattro mani da Max Ponte e da Andrea Laiolo e "HAIKU" scritto da Enrica Merlo cioè me stessa medesima.
La presentazione avverrà SABATO 28 DICEMBRE alle ore 19,00 presso la GALLERIA D'ART ENDOLA in Via Isonzo 56 a Torino. 

L'incontro avverrà nell'ambito del finissage della mostra attualmente in corso nella Galleria diretta da Enis Laku, giovane ed intraprendente gallerista con alle spalle una bella famiglia di Artisti: il papà infatti è Hektor Laku Maestro-musicista di chitarra ed armonica a bocca, la sorella Doris una determinata fotografa e la mamma, una pittrice. Vi invito nel frattempo a visitare la mostra corrente.

 Logo della Galleria D'Arte Endola dalla pagina facebook

L'evento si snoderà attraverso letture degli autori, domande eventuali del pubblico e la musica del Maestro Laku e ovviamente la presenza degli Artisti facenti parte la collettiva. 

*Dare alla luce un libro per piccino che sia è sempre un'emozione straordinaria e sarà sicuramente bello da parte degli Autori provare a spiegare cosa li ha spinti ad un tale passo e come il tutto è avvenuto e cosa si aspettano dal pubblico che leggerà i loro versi. Due libri molto diversi tra loro (come estremamente diverse tra loro le poesie e le liriche di Max Ponte e di Andrea Laiolo, poesie che però si sposano perfettamente in questo godibilissimo libro); altrettanto diverso il libro di Enrica Merlo con i suoi onnipresenti haiku, forma poetica di non semplice "esplicazione" ma ci proverà.*


LE PAROLE FESTIVE e HAIKU insieme - foto Max Ponte

Ricapitoliamo dunque: l'evento sarà SABATO 28 DICEMBRE alle ore 19,00 presso la GALLERIA D'ARTE ENDOLA. Qui il link dell'evento facebook per maggiori delucidazioni ⇛https://www.facebook.com/events/442762676401188/

I librini di poesia sono estremamente godibili anche dal punto di vista economico (3,50 euro cadauno).
Nel caso non riusciate ad esserci all'evento a desideriate avere i libri contattate direttamente gli Autori Max Ponte, Andrea Laiolo ed Enrica Merlo°.

°Per quanto riguarda il mio libro HAIKU potete anche contattarmi attraverso il numero 3423449829 (prima cortesemente un whatsapp per farmi sapere che siete interessati) o scrivendomi alla mail samplecolor@gmail.com, grazie.

VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!





martedì 17 dicembre 2019

Piccoli, preziosi libri in uscita: LE PAROLE FESTIVE e HAIKU per GRANCHIOFARFALLA


Foto GRANCHIOFARFALLA





C'è una bella novità, anzi, due per quanto riguarda le uscite letterarie di questo Natale: nel fine settimana infatti vedranno la luce per il marchio GRANCHIOFARFALLA due "librini cahiers" uno dal titolo LE PAROLE FESTIVE in cui troverete ventidue poesie di Max Ponte ed Andrea Laiolo e l'altro HAIKU contenente ventidue haiku scritti da Enrica Merlo (io).

Foto GRANCHIOFARFALLA


LE PAROLE FESTIVE

"Il libretto, scritto a quattro mani, raccoglie ventidue poesie che si propongono di affrontare l'aspetto festivo della poesia. Le liriche non toccano soltanto alcune ricorrenze (Il Natale, il Ferragosto, il Compleanno) ma cercano di cogliere il sacro, il gioco, l'attesa che costituiscono questi momenti. La poesia stessa per chi scrive in versi è una festa. In un società largamente estetizzata da un'allegrezza di superficie tali poesie cercano di andare alle fonti della festa, di cantare e di rivelare ciò che è rimasto velato".

Dall'introduzione degli Autori.

Foto GRANCHIOFARFALLA


"Questo libretto presenta una selezione di ventidue haiku, a partire dal 2012 fino al novembre del 2019. Ricordo che l'haiku è una forma estremamente introspettiva, quasi criptica di poesia, formata da tre versi soli, scanditi dalla sillabazione 5-7-5 (primo-secondo-terzo verso) nata nel Giappone del 1600 e promossa da Matsuo Basho prima militare poi monaco zen. Non immediato cogliere il vero intento o sentimento di un haiku ma la bellezza di questa forma di poesia risiede nella forma personale e nell'interpretazione. Forma molto intimistica di poesia, un haiku nasce dall'osservazione di un preciso, minuscolo, istante, sensazione, visione".

Dall'Introduzione dell'Autrice.

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Felice di "dare alla carta" nuovamente i miei haiku dopo "Il manuale dell'haiku imperfetto" autopubblicato nel 2012 su ilmiolibro.it, sono particolarmente felice per questo librino poichè spero porti alla luce una mia nuova consapevolezza e una maggiore maturità non solo nella scrittura ma anche nel trasfondere le sensazioni sotto forma di haiku in modo più compiuto e percepibile.
*

Molto presto comunicheremo data  e luogo della prima presentazione di LE PAROLE ESTIVE e HAIKU, presentazione che sarà comunque durante le festività. 








Max Ponte-Andrea laiolo-Enrica Merlo 17/12/2019

lunedì 16 dicembre 2019

IL SAPONE AI TEMPI DEL COLERA (ovvero quando il sapone può salvare un matrimonio).


Foto mia

Articolo preccedente: http://www.mimancanoifondamentali.com/2019/12/leternita-dei-ricordi.html


Sto rileggendo dopo tantissimi anni L'AMORE AI TEMPI DEL COLERA di Gabriel Garcìa Màrquez; un libro che ho adorato da subito (come non adorarlo del resto) ma come sapete tutti, il tempo sbiadisce i ricordi e molte parti, mi sto accorgendo, proprio non le ricordavo in particolare una che vi vado a riscrivere paro paro e che riguarda il SAPONE... ebbene sì proprio il sapone cosa che ho trovato di assai buon auspicio vista e considerata la mia recente attività di artigiana del sapone. Vuole essere un buon augurio per me e per coloro che casomai si imbattano nelle mie produzioni artigianali; l'importante però è che non facciate come il dottor Urbino e Fermina... se vi mancasse il sapone, mi raccomando, piuttosto ditemelo!! Buona lettura buon divertimento e buona meditazione perchè queste sono perle di vita e di saggezza e c'è comunque, tanta, tanta poesia in queste pagine.

"Era cominciato con la semplicità di sempre. Il dottor Juvenal Urbino era tornato in camera da letto, ai tempi in cui si lavava ancora senza aiuto, e aveva incominciato a vestirsi senza accendere la luce. Lei stava come sempre nel suo tiepido stato fetale, gli occhi chiusi, il respiro sottile,e quel braccio da danza sacra sulla testa. Ma stava mezz'addormentata, come sempre, e lui lo sapeva. Dopo un lungo rumore di amidi di lino nell'oscurità, il dottor Urbino aveva parlato tra sé: "E' quasi una settimana che mi sto lavando senza sapone" disse.
Allora lei aveva finito di svegliarsi, si era ricordata, e si era arrabbiata con il mondo, perchè in effetti aveva dimenticato di mettere il sapone in bagno. Ne aveva notato la mancanza tre giorni prima quando stava già sotto la doccia e aveva pensato di metterlo dopo ma poi se n'era dimenticata fino al giorno seguente. Il terzo giorno le era successa la stessa cosa. In realtà non era passata una settimana, come diceva lui per ingigantirle la colpa, ma di certo tre giorni imperdonabili, e la furia di sentirsi sorpresa in errore aveva finito per tirarla del tutto fuori dei gangheri. Come sempre, si era difesa attaccando: 
"Ma se mi sono lavata in tutti questi giorni" aveva gridato fuori di sé , "e c'è sempre stato sapone."
Benchè lui conoscesse abbondantemente i suoi metodi di guerra, stavolta non aveva potuto sopportarli. Con un pretesto professionale se n'era andato a vivere nelle stanze per interni dell'Ospedale della Misericordia e compariva in casa solo per cambiarsi d'abito all'imbrunire , prima delle visite a domicilio. Lei se ne andava in cucina quando lo sentiva arrivare, facendo finta di fare qualsiasi cosa, e lì restava finchè sentiva per la strada lo zoccolìo dei cavalli della carrozza. Ogni volta che avevano cercato di risolvere la discordia nei tre mesi seguenti, l'unica cosa che avevano ottenuto era stata di attizzarli di più. Lui non era disposto a tornare finché lei non avesse ammesso che non c'era sapone in bagno, e lei non era disposta ad accoglierlo finché lui non avesse riconosciuto di aver mentito apposta per tormentarla.


Il mio sapone alla lavanda sono certa avrebbe messo d'accordo il dottor Urbino e Fermina!! (foto mia)

L'incidente, certo, le aveva dato l'opportunità di evocare altri, molti altri minuscoli battibecchi di altrettante mattine torbide. Alcuni risentimenti avevano rimestato gli altri, avevano riaperto vecchie cicatrici, le avevano trasformate in nuove ferite, e tutti e due si erano spaventati constatando desolati che in tanti anni di lotta coniugale non avevano fatto molto di più che pascolare rancori. Lui era arrivato a proporre di sottoporsi insieme ad una confessione aperta, con il signor arcivescovo se era necessario, perchè fosse Dio a decidere come arbitro finale se c'era o no il sapone nel portasapone del bagno. Allora lei, che aveva tante buone staffe, le aveva perse tutte con un grido storico:
"A merda il signor arcivescovo!"
L'improperio aveva fatto vibrare le fondamenta della città, aveva dato origine a chiacchiere che non fu facile smentire, ed era rimasto mescolato al linguaggio popolare con arie da zarzuela: "A merda il signor arcivescovo!". Conscia di aver passato il limite, aveva anticipato la reazione che si aspettava dal marito, e lo aveva minacciato di andarsene ad abitare da sola nella vecchia casa di suo padre, che era ancora sua, anche se era affittata a uffici pubblici. Non era una bravata: voleva andarsene davvero, non le importava dello scandalo sociale, e il marito se ne rese conto in tempo. Non ebbe il coraggio di sfidare i suoi pregiudizi: cedette. Non nel senso di ammettere che c'era sapone in bagno, perchè sarebbe stato un oltraggio alla verità, ma in quello di continuare a vivere nella stessa casa, seppure in stanze separate e senza rivolgersi la parola. Così mangiavano destreggiandosi nella situazione con tanta bravura da mandarsi messaggi da un lato all'altro del tavolo tramite i figli senza che questi si accorgessero che non si parlavano.
Dato che nello studio non c'era bagno, la formula aveva risolto il conflitto dei rumori mattutini, perchè lui entrava a lavarsi dopo aver preparato la lezione, e prendeva reali precauzioni per non svegliare sua moglie. Spesso coincidevano e facevano a turno per lavarsi i denti prima di dormire. Dopo quattro mesi, lui si era sdraiato a leggere sul letto matrimoniale finché lei usciva dal bagno, come spesso succedeva, e si era addormentato. Lei gli si era sdraiata a fianco con abbastanza negligenza perchè si svegliasse e se ne andasse. Lui si era svegliato a metà, in effetti, ma invece di alzarsi aveva spento la luce e si era accomodato sul suo cuscino. Lei gli aveva scosso una spalla per ricordargli che doveva andarsene in studio, ma lui si sentiva così bene di nuovo nel letto di piume dei bisnonni che aveva preferito capitolare:
"Lasciami qui" disse "Sì, c'era sapone".


Da "L'amore ai tempi del colera"
Oscar Mondadori
Traduzione Claudio M. Valentinetti





Enrica Merlo 16 dicembre 2019


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domenica 8 dicembre 2019

L'ETERNITA' DEI RICORDI



Per gentile concessione di Sandro Santroni


Articolo precedente: https://bit.ly/2Yvm0Xs


Che strana giornata oggi.  Prima un pò dolente, poi difficile da ingranare poi con qualche piccolo problema gestionale (il mio papà che non riesce a chiamare col cellulare perchè non ricorda esattamente quando e quanto ricaricare ormai è un classico che purtroppo però si presenta sempre nei momenti meno opportuni e richiede ore di trattative estenuanti nemmeno fossimo a decidere delle sorti dell'umanità). 

Insomma ci si sente un pò giù, un pò acciaccati un pò sconfitti ed invece...

Invece il caro amico su facebook SANDRO SANTRONI, amico d'haiku per l'esattezza, mi manda su messenger queste due foto (dovete sapere che lui è un abilissimo escursionista credo abbia percorso in lungo e in largo tutte le catene montuose italiane se non anche all'estero) dicevo, mi manda queste due foto dove mi ricorda (accidenti come avevo fatto a dimenticarmene) che nel 2009 portò, in cima al Monte Sirente nel cuore dell'Appennino Abruzzese, insieme ad altre, anche una mia poesia... e subito la giornata (anche se è già tardino) cambia colore!! 
E ritorna alla mente la travagliata ma bellissima ed appassionata avventura della pagina facebook "Gli haiku di Luna e Firmina" dove io e la meravigliosa VALENTINA DI CARO, e qui non vorrei essere immodesta, credo fummo le pioniere della pubblicazione di haiku sul noto social, almeno in Italia e dove era molto attivo anche il buon Sandro.

Grazie di cuore per avermi fatto tornare alla mente quei momenti e quel'esaltante sensazione di pensare che lassù, quasi vicino alle stelle luogo a me particolarmente caro, c'è e ci sarà sempre una mia poesia.

La poesia si intitola IL SORRISO DEI MONTI.



                                                         Enrica Merlo 8 dicembre 2019