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Voglio cominciare oggi a farvi conoscere una serie di racconti fantastici che ci arrivano dalle profondità dei miti e delle favole di tutto il mondo. I Draghi mi hanno sempre affascinata dunque ritengo di cominciare con questo racconto proveniente direttamente dai miti Norreni; siete pronti?
Le magnifiche schiere degli Asi, divinità guerriere e valorose della mitologia norrena, hanno fronteggiato molti mostri, ma nessuno di essi è lontanamente paragonabile al terribile serpente del Midgard, Jormungander.
Creato da Loki, Dio del male e dell'inganno, aveva spire che si stagliavano fin dove l'occhio poteva guardare, una tremenda testa di drago ed un collo che superava tutto sulla terra, anche i monti e le sue squame scure gli davano il sembiante della morte in persona. Quando questa feroce fiera fu così portata al cospetto di Odino in persona non ci stupisce che lui abbia fatto in modo di scagliarlo negli abissi più profondi del mare.
Ma non era finita qui poichè il terribile Jormungander non era perito anzi, continuava a rafforzarsi e ad ingrandirsi nelle profondità marine lontano dagli Dei e dagli uomini tanto che con la sua bocca poteva raggiungere la sua coda e circondare così tutta la Terra come un enorme, inquietante uroboro. Egli era destinato a rimanere celato fino a Ragnarok, il giorno della battaglia finale dove avrebbe affrontato il più forte e valoroso degli Asi, nientemeno che Thor, il Dio del tuono. Destino volle però che prima della battaglia finale i due, Thor e Jormungander, si incontrassero ben due volte.
Per sminuire la potenza di Thor Utgardhaloki re dei Giganti lo invitò nel suo regno per sottoporlo ad una gan prova di forza consistente in tre prove impossibili da superare per Dei o Giganti di sorta ma il Re conoscendo le arti dell'inganno e della magia le mascherò in modo che Thor le percepisse come facili da superare.
Una delle prove, in modo particolare avrebbe potuto, e fu, particolarmente umiliante per Thor: Utgardhaloki lo sfidò a sollevare il suo gatto... baldanzoso Thor ci provò all'istante ma non riuscì a muoverlo nemmeno di un centimetro. Ridendo a crepapelle il Re dei Giganti fece infuriare parecchio Thor il quale allora impiegò tutte le forze a disposizione per smuovere il gatto il quale, nonostante il Dio del Tuono davvero ce l'avesse messa tutta e avesse rischiato addirittura di spezzarsi le dita, venne sollevato a malapena, si vide sollevare una sola zampa di pochi millimetri da terra. Le altre due prove furono altrettanto disastrose: Thor, che aveva fama di insaziabile bevitore, non riuscì a tracannare un corno di idromele in tre sorsi come invece il popolo dei giganti faceva con estrema facilità; ultima grade umiliazione per Thor fu quella di essere battuto nella lotta dalla balia del Re una vecchia debole e ammalata.
Pieno di vergogna Thor fu scortato molto oltre i confini del regno di Utgardhaloki perchè la sua ira enorme non creasse problemi e solo il giorno dopo il Re dei Giganti confessò i trucchi che aveva usato: Il corno di idromele era collegato all'oceano quindi per quanto Thor potesse essere un portentoso bevitore non avrebbe mai potuto prosciugarlo ma udite, udite, quella sua favolosa bevuta provocò la prima bassa marea di tutti i tempi sulla Terra. La vecchia balia del Re era invece la Vecchiaia in persona, quindi nessuno, nemmeno il possente Thor era in grado di batterla. Ma sorprendente fu l'inganno architettato da Utgardhaloki mascherando il suo gatto che in realtà non era il suo gatto bensì Jormungander in persona, il serpente che teneva tra le sue spire la Terra. Quale orrore non provò dunque il Re quando Thor riuscì a sollevare una zampa del gatto che corrispondeva alla testa e alla coda del terribile drago!! Riuscì a mascherarlo a malapena con una tonante risata!
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Thor fu preso da una tale furia quindi che tentò di uccidere il Re dei Giganti con il suo martello magico Mjolnir ma quando l'arma stava calandosi su di lui egli svanì: anche la presenza di Utgardhaloki era un inganno!!
Molti anni più tardi Thor stava pescando sulla barca di Hymir, un altro gigante nonchè nonno di Tyr Dio della Guerra. Aveva come esca una testa di bue e improvvisamente sentì tirare molto forte e capì che qualcosa si era impigliato nella sua lenza; questa creatura aveva una forza incredibile al che Thor capì che poteva esserci solo una bestia con una forza tanto sovrumana da poterlo sfidare: il drago Jormungander. Decise allora, memore della pessima figura che aveva fatto ai tempi del Re dei giganti, di fare in modo di tirare così forte da trascinare la bestia sulla spiaggia. Hymir nel frattempo pensava che quella lotta stesse durando da secoli e cominciò ad avere una paura folle; Thor era quasi riuscito a stancare il serpente del Midgard e la sua testa orribile era così vicina a lui quando in preda ad un'inaudita paura Hymir tagliò la lenza e Jormungander sparì negli abissi lasciando nuovamente Thor sconfitto.
L'immagine potrebbe essere soggetta a copyright "La barca di Hymir" - dal web
Passarono tantissimi secolo per gli esseri mortali, poco più di un battito di ciglia per gli Dei quando arrivò finalmente il giorno tanto atteso, Ragnarok giorno in cui finalmente gli Dei avrebbero lottato ad armi pari con i Giganti, le divinità contro i demoni, gli uomini contro i mostri e quindi anche Thor contro Jormungander. L'oceano si sollevò quando il serpente del Midgard uscì dall'oceano per affrontare Thor il quale era in sua attesa. La battaglia fu così tremenda che tutta la Terra vibrava agli attacchi del terribile essere marino ed i cieli erano illuminati dai lampi e dalle saette prodotte dal Dio del tuono. La battaglia volgeva alla fine: Jormungander era stremato e Thor cominciò a roteare il suo martello, Mjolnir ,creando un tremendo vortice nel cielo visibile da tutta la Terra, vibrò un terribile colpo sulla gran testa di Jormungander che, colpito a morte, produsse un cupo e drammatico urlo di dolore fino che non stramazzò a terra che la vita lo aveva lasciato. Ma non è finita qui... sì Thor aveva vinto il nemico più tremendo che potesse mai sfidare un Dio ma, poichè le forze dei due contendenti potevano definirsi pari accadde una cosa inaspettata: sfinito dalla battaglia Thor si accasciò accanto al drago ormai morto e, colpo di scena, morì anch'egli asfissiato dall'ammorbante nube che Jormungander aveva esalato dalla sua bocca durante il suo ultimo respiro. Era dunque destino, anche se crudele, che due nemici possenti uno pari all'altro trovassero la fine insieme uniti nell'ultima battaglia.
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Vi è piaciuta questa leggenda? Che gran finale vero?
Ci leggiamo dunque presto con un'altra storia o favola che avrò l'enorme piacere di scovare per voi. Fate l'uso che volete di questi racconti: trovo sia bello riprendere il contatto con la narrazione come facevano i nostri nonni; nulla è stato più bello da bambini di sentire una persona cara raccontarci una favola.
Enrica Merlo 19/05/2019
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