Io sono ENRICA MERLO. Scrivo di tutto ma specialmente di quello che faccio e che amo e di ciò a cui tengo. Scrivo anche per gli altri quindi prendete bene le misure perchè potrei pure tornarvi utile.
Ho appena finito di leggere un libro, un libro in cui si parla di GATTI.
E' un libro di DORIS LESSING e si intitola GATTI MOLTO SPECIALI, a patto che esistano dei gatti che non siano speciali... ma chi è Doris Lessing? E' una signora che ha fatto quest'affermazione, tanto per cominciare:
«Mi rendo conto di aver vissuto momenti della storia che sembravano immortali. Ho visto il nazismo di Hitler e il fascismo di Mussolini, che sembravano destinati a durare mille anni. E il comunismo dell'Unione Sovietica, che si credeva non sarebbe finito mai. Ebbene tutto questo oggi non esiste più. E allora perché mi dovrei fidare delle ideologie?»
(Doris Lessing) Doris Lessing nasce a Kermanshah (Persia-Iran) il 22 ottobre 1919. Figlia di un ufficiale britannico reduce dalla prima guerra mondiale a causa della quale aveva subìto diverse amputazioni, e di un'infermiera, Doris vive i primi anni della sua vita in Persia l'attuale Iran a seguito dell'assunzione del padre come impiegato di banca, salvo poi trasferirsi nella Rhodesia del sud (l'attuale Zimbabwe) nel 1925 a coltivare mais. In breve tempo il sogno della madre di Doris, Doris anch'essa di ripercorrere il sogno vittoriano di far produre le terre selvagge si scontra con la dura realtà ovvero con il fatto che i numerosi ettari probabilmente acquistati dalla famiglia non diverranno mai abbastanza fecondi da produrre alcunchè. Frequenta una scuola cattolica che lascia all'età di quindici anni anche per protesta contro l'eccessiva severità della madre, diventando autodidatta. Nonostante un'infanzia non esattamente felice Doris è piena di sincera compassione sia per i coloni inglesi che per le popolazioni indigene africane, cosa che si avverte prepotentemente nelle sue opere.
Nella foto Doris Lessing insieme probabilmente a Rufus. L'immagine potrebbe essere sottoposta a copyright.
Sposata due volte e madre di tre figli prende il cognome dal suo secondo marito Gottfried Lessing, un emigrante tedesco. Il suo primo libro "L'erba canta" viene pubblicato nel 1950 a Londra dopo il suo trasferimento in Europa. Seguono numerosissime altre opere che in Italia potete trovare in buona parte pubblicate da Feltrinelli. Nel 2001 riceve il premio Principe delle Asturie ed il Premio Grinzane Cavour per le sue opere letterarie in difesa della libertà e del terzo Mondo. In seguito riceve anche il premio David Cohen British Literature Prize. Nel 2007 viene insignita del Premio Nobel per la letteratura. Si spegne a Londra il 17 novembre 2013 alla veneranda età di 94 anni.
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Regalatomi da mia figlia qualche tempo fa GATTI MOLTO SPECIALI si è rivelato essere un libro particolarmente impegnativo. Non che tutti i libri che parlano di gatti debbano essere leggeri, io infatti ne ho scritti due e nel secondo devo dire, ho parlato molto diffusamente e con dolore della perdita di Vaniglia la mia prima gatta dell'età adulta; leggere il libro di Doris Lessing oltre a farmi sentire sempre più vicina a questi splendidi esseri e ai loro "padroni" (sempre tra parentesi perchè poi finisce che sono loro ad essere nostri padroni; e ve lo dice una che ne ha ben cinque di gatti, intendo!!), mi ha fatto capire che se dovessi mai scrivere ancora un libro che parla di gatti dovrò andarci parecchio piano con le parentesi dolorose poichè è universalmente noto che "i gattari" abbiano un'empatia tra loro e con i loro gatti addirittura esagerata e che sentano profondamente anche solo un dolore raccontato. Ammirevole però la delicata crudezza con la quale racconta, specie, i suoi primi anni di vita in cui, fanciulla, deve vederne di tutti i colori e quasi sempre all'indirizzo di povere torme di gatti. Del resto vivere nel bush africano non deve essere stato facile per nessuno, né gatti, né umani, questo è sicuro.
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Rimango quasi stupefatta leggendo i primi capitoli... mi chiedo: "ma questa è dalla parte dei gatti oppure no?" salvo poi, man mano che la narrazione prende corpo, accorgermi quale e quanto amore Doris provi per queste creature, in musica ma non solo si potrebbe definire tranquillamente un "crescendo" di amore, tenerezza, passione. Parla di tutti o quasi i gatti che hanno popolato la sua vita sino a quel momento: ma non si avverte mai il momento in cui i suoi beniamini la lasciano; si passa semplicemente a leggere un'altra storia, dolce, amara, commovente, divertente di un altro compagna/a di vita ma sempre con quell'amore e quella sensibilità che diventano crescenti man mano che il tempo passa e che il sentire verso i Gatti si fa più profondo.
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Una narrazione fluida e naturale che tocca vette altissime di estrema sensibilità, mi trovo quasi a pensare, ecco, io non sarei riuscita ad esprimermi meglio. Forse per chi non ama o non adora, idolatra, i gatti potrà sembrare l'ennesimo romanzetto sui gatti invece mi sento di consigliarlo non solo a chi già ha dimistichezza con i felini ma proprio a chi invece è scettico al riguardo; potrebbe diventare una vera sorpresa e soprattutto un scoperta, questa lettura. Se mi sento di dirvi di leggerlo? Certo, mi pare già di averlo detto, no? Inoltre, a differenza di altri libri del medesimo filone ho trovato alcune piccole perle in "Gatti molto speciali": non avevo mai pensato a certi atteggiamenti dei gatti illustrati come li descrive Doris e che potrebbero avere determinate implicazioni addirittura a livello etologico; un esempio? Beh che non necessariamente i gatti abbiano un istinto venatorio irrefrenabile e che invece usino il loro desiderio di cacciare in modo "strumentale". E mi fermo qui, altrimenti vi svelo troppo.
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Voglio però regalarvi una bella frase che tanto riassume la filosofia dell'intera opera e che dovrebbe esserci da monito, sempre. Buona lettura dunque!!
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Puoi anche non accorgerti in tutta la vita dell'esistenza di Mozart ma se cominci ad amarlo diventa una malattia irreversibile che si accresce man mano che passa il tempo.
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Mozart nasce a Salisburgo il 27 gennaio del 1756 al n. 9 di Getreidegasse alle ore 20,00.
Mozart muore a Vienna nella sua casa il 5 dicembre 1791 cinque minuti prima dell'una.
Il 6 dicembre, o "forse" la mattina del 7 viene gettato in una fossa comune del cimitero di St. Marx senza che nessuno della sua famiglia fosse presente, si dice a causa del maltempo.
L'esatto luogo di sepoltura del Genio di Salisburgo non è mai stato identificato.
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Mozart fu un bimbo precoce musicalmente parlando a tre anni cominciò a suonare il clavicembalo, a quattro aveva la padronanza della tastiera e a cinque aveva già composto un "andante allegro" ed un "minuetto" conosciuti oggi come "Wolfangerl Compositiones". Bimbo dalla memoria prodigiosa, estremamente sensibile con una paura smodata del suono della tromba. Ebbe da sempre la capacità di riconoscere l'altezza dei suoni caratteristica detta anche dell' "orecchio assoluto". Il padre Leopold lo definiva come "il miracolo che Dio ha fatto nascere a salisburgo"; a detta anche della sorella di Mozart, Nannerl, il padre dedicò molta parte del suo tempo ad istruire a mantenere le capacità e a portare in giro il figlio per dimostrare la sua bravura addirittura arrestando l'avanzamento della sua carriera a corte.
Nel 1762 Mozart suonò per la prima volta al cospetto della corte imperiale.
Dal 1763 tutta la famiglia intraprese un lungo viaggio in tutta Europa per far conoscere il genio musicale di Wolfgang, viaggio che ebbe il suo termine nel 1766 quando rientrarono a Salisburgo.
Furono dunque anche a Parigi dove vennero pubblicate le prime composizioni di Mozart dedicate ad una principessa reale (KV 6-9). A Londra scrisse le sue prime sinfonie sotto l'influenza di Johann Christian Bach figlio più giovane del ben più noto padre (n. 1 n. 4 e K19a). Nel 1767 fu rappresentata al cospetto della famiglia imperiale la Messa solenne in Do minore "Weisenhausmesse" K139.
I viaggi in Italia di Mozart e famiglia si protrassero dal 1769 al 1773 e furono a: Egna, Rovereto, Verona, Mantova, Cremona, Milano, Lodi, Parma, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Caserta poi ancora Roma, Spoleto, Loreto Ancona, Senigallia, Pesaro, Rimini, Bologna, ancora Milano, Torino, ancora Milano, Vicenza, Padova, Venezia, Rovereto, Ala, Brescia, Bressanone e Salisburgo... un bel "tiratone" come si direbbe ora. L'anno che egli passò complessivamente a Milano fu a dir poco formativo in quanto incontrò artisti di tutte le levature tra i quali, per citarne uno il Parini che scrisse per lui alcuni libretti. Johann Adolph Hasse ebbe a dire di Mozart: "Questo ragazzo ci farà dimenticare tutti".
Mozart fanciullo - Immagine probabilmente sottoposta a copyright
A Bologna Mozart incontrò il grande Farinelli e padre Giovanni Battista Martini dal quale prese lezioni di contrappunto barocco e che lo introdusse, vista la sua bravura, presso l'Accademia Filarmonica di Bologna. Tuttavia leggenda vuole che l'esame di Mozart per essere ammesso a tale ambita Accademia non andò così brillantemente; Martini però aveva anzitempo intuito il genio che si nascondeva in Mozart e come diremmo oggi "chiuse un occhio". Grazie alla protezione e al sostegno del Conte Pallavicini loro grande ammiratore la famiglia Mozart ebbe a Firenze udienza presso il futuro Imperatore Leopoldo II. A Roma Wolfgang dette definitiva prova del suo genio ascoltando Il Miserere di Gregorio Allegri e trascrivendolo a memoria dopo solo due ascolti. La notizia del prodigio mozartiano arrivò anche al Papa, Clemente XIV che conferì a Mozart durante il viaggio di ritorno a Roma della famiglia, lo Speron D'Oro. A Roma Mozart compose la Contraddanza K 123 e l'aria Se ardire, se speranza K 82. A Napoli durante un concerto al Conservatorio della Pietà dei Turchini qualcuno ebbe a dire che la sua straordinaria bravura derivasse da un anello che indossava... Mozart si tolse l'anello e dimostrò così che il suo talento non aveva alcunché di magico. Nel 1770 Loreto colpì particolarmente Mozart che scrisse una composizione dedicata alla Madonna intitolata "Litaniae Lauretianae Beatae Mariae Virginis". Nel dicembre del 1770 a Milano fu rappresentata l'opera Mitridate con Mozart al clavicembalo. Il successo fu tale che ci furono ben ventidue repliche.
Eccoci al tasto dolente italiano, dolente almeno per me che son piemontese/torinese. A Torino, infatti, la famiglia Mozart sostò brevemente e udite, udite venne negata a Wolfgang la possibilità di esibirsi al Teatro Regio; e qui chiudo mestamente la parentesi torinese.
A padova Don Giuseppe Ximenes Principe di Aragona commissionò a Mozart un oratorio, La Betualia liberata K 118 che rimane l'unica opera di questo genere che Wolfgang abbia mai composto. Nel marzo 1771 i Mozart se ne tornarono a Salisburgo.
Sdrammatizziamo; un'immagine del bravissimo Tom Hulce che interpreta Mozart nello straordinario film AMADEUS di Milos Forman del 1984 - immagine probabilmente sottoposta a copyright
Dopo il ritorno dai tre viaggi consecutivi in Italia Mozart fu assunto come compositore alla corte dell'Arcivescovo Colloredo; ebbe quindi l'opportunità di scrivere svariate sinfonie chiamate per l'appunto Sinfonie Salisburghesi e anche sonate, quartetti per archi, messe, serenate; sviluppò un certo interesse per i concerti per violino e orchestra e ne compose ben cinque di seguito di cui gli ultimi tre, ovverosia i n. 3 K216, n. 4 K 218 e il n. 5 K 219 sono a tutt'oggi i più eseguiti del repertorio di Mozart. Nonostante il grande successo di pubblico Mozart era scontento sia per il basso stipendio di 150 fiorini l'anno sia perchè non poteva dedicarsi alla composizione di quel che lui preferiva ovvero le opere. Nel 1775 il teatro di corte chiuse e questo esacerbo' ulteriormente l'animo di Mozart. Nel 1777 chiese all'arcivescovo di potersi assentare per un pò dalla corte (allo scopo di trovare altra occupazione ma rimanga tra noi) visitò con la madre Augusta, Mannheim, Parigi e Monaco di Baviera. A Mannheim Mozart si fermò quattro mesi e compose La sonata per pianoforte n. 7, dei concerti per flauto ed orchestra n. 1 e 2.
Nel 1778 gli fu offerto a Versailles un impiego da organista che lui prontamente rifiutò e fece pure bene, era Mozart mica un pianistucolo qualsiasi, i soliti francesi. Quello francese fu un soggiorno dunque funesto sotto molti aspetti, per Mozart; vero è che compose parecchio ma il giorno antecedente alla prima della Sinfonia n. 31 (chiamata per l'appunto Parigi) la madre Anna Maria Pertl si ammalò gravemente. Non fu decorosamente soccorsa a causa di mancanza di liquidità, mori il 3 luglio e fu sepolta nel cimitero di Saint Eustache.
Nel frattempo a Salisburgo il padre, invece di piangere la morte della consorte, ancora trattava con l'arcivescovo per far riassumere il figlio; ottenne che Mozart fosse riassunto come konzertmeister e organista di corte, incarico che Mozart accettò al suo ritorno nel gennaio del 1779. In questo periodo compose copiosamente, sono di questo periodo infatti opere come la Sinfonia n. 32 in sol maggiore K 318, la sinfonia n. 33 in si bemolle maggiore K 319 la sinfonia n. 34 in do maggiore K 338. Tuttavia, nonostante la sua fase creativa particolarmente feconda Mozart era inquieto: Il suo mecenate l'arcivescovo Colloredo non era certo un oscurantista e amava la cultura ma stranamente operò numerosi tagli proprio nei confronti della musica. Alla fine del l'estate del 1780 la Corte di Monaco di baviera commissionò a Mozart la realizzazione dell'Opera Idomeneo; ottenne il permesso di recarsi a Monaco dove Mozart avrebbe dovuto rimanere per sei settimane tanto da finire l'opera e curarne l'allestimento.
L'Idomeneo - immagine spero non sottoposta a copyright
L'idomeneo venne rappresentato nel gennaio del 1781; ebbe altre due repliche fino a marzo. Prima di rientrare a Salisburgo l'arcivescovo chiese a Mozart di raggiungerlo a Vienna per farlo esibire alla corte dell'imperatore. Una volta lì Mozart si lamentò della scarsa considerazione che il suo mecenate aveva per il suo genio e presentò dimissioni scritte ufficiali che non furono immediatamente accettate poichè ancora una volta Leopold il padre aveva intercesso* per lui, intercessione che questa volta non ebbe successo e Mozart fu licenziato dall'arcivescovo. Nonostante il non bel periodo però Mozart portò a termine tantissime opere tra le quali sonate per violino e pianoforte K 296, K 376, K 377, K 378, K, 379 e K 380. Andò ad abitare in una stanza in affitto dalla vedova Weber madre di Aloysia vecchia conoscenza di Mozart la quale aveva anche due altre sorelle nubili tra le quali Constanze con la quale in modo quasi fulmineo Mozart si fidanzò e decise di sposarsi poi nel 1782 nonostante la contrarietà, indovinate, del padre Leopold.
Constanze ebbe molte gravidanze ma, tra tutti i suoi figli, sopravvissero solo Carl Thomas e Franz Xaver Wolfgang.
Constanze - immagine probabilmente sottoposta a copyright
E' di questo periodo la nascita delle più belle e famose opere di Wolfgang. Il ratto del serraglio per esempio la cui prima rappresentazione è del luglio 1782; opera popolar ironica sugli usi e costumi dell'islamismo ma che vede nel pascià Selim una figura magnanima, espressione della tolleranza e dell'illuminismo. E' proprio di questo periodo l'aneddoto secondo il quale l'imperatore Giuseppe II dopo aver assistito alla sua opera gli disse che "aveva adoperato troppe note"; pare che Mozart orgoglioso gli abbia risposto: "neanche una più del necessario, Maestà". Fra l'agosto ed il novembre del 1783 compose numerose sonate per pianoforte tra le quali la sonata n. 11 in la maggiore K 331 il cui movimento finale è il famoso Rondò alla Turca. Nonostante il carattere farfallino di Mozart molte delle sue sonate, fughe, preludi, fantasie e suite furono composte sotto l'impulso e l'ispirazione della moglie Constanze.
In questi anni le opere, con un grande livello di maturità furono i quartetti per archi dedicati a Haydn (K 387, K 421, K 428, K 458, K 464 e K 465). Tra il 1782, il 1783 fino al 1786 i concerti per pianoforte furono la più rilevante fonte di entrate per Mozart e famiglia; ne compose ben quattordici che rappresentò egli stesso auto-finanziandosi, per dirla come la diremmo oggi, i concerti e ottenendo un grande successo, ebbe un numero che superava i cento abbonamenti fissi ad ogni suo spettacolo. La fine di questo periodo d'oro coincise con il primo allestimento de Le nozze di Figaro nel 1786 che venne criticata per il suo contenuto troppo rivoluzionario dall'alta aristocrazia viennese.
Le Nozze di Figaro fu creata in concerto con il librettista poeta di corte per l'opera italiana, Lorenzo Da Ponte, il quale riuscì ad intercedere presso la corte smorzando i toni che riguardavano i temi sociali dell'opera. L'opera tuttavia dopo la prima non ebbe un gran successo nè piacque nè no, insomma l'accoglienza fu un tantino tiepida. Le Nozze di Figaro comunque fu uno spartiacque tra il teatro musicato di serie B come era stato il genere fino a quel momento assurgendo a forma più importante per il teatro musicale. Mentre a Vienna l'esordio delle Nozze di Figaro fu accolto con un entusiasmo relativo a Praga invece fu un successo enorme come ebbe Mozart stesso a dire nel 1787 durante un viaggio nella capitale boema con la moglie Constanze.
Il libretto de Le Nozze di Figaro - l'immagine potrebbe essere sottoposta a copyright
Il 28 maggio del 1787 morì a Salisburgo Leopold, padre di Wolfgang. Benchè non sia giunta prova scritta pare che Mozart sia stato diseredato poichè tutte le sostanze del padre finirono alla sorella Maria Anna.
Nel dicembre 1787 l'Imperatore Giuseppe II nominò Mozart compositore di corte, sempre sottopagato se confrontato al suo predecessore ma a Mozart andava bene così, il lavoro non era gravoso e poteva dedicarsi così a ciò che più gli aggradava. Anche questa volta però quella che è universalmente nota come l'opera più grandiosa in termini di musica, testo ed introspezione psicologica di Mozart, ovvero Il Don Giovanni fu, nel maggio del 1788 accolta con scarso entusiasmo del pubblico anche se amata dalla critica; particolarmente amato il personaggio protagonista del Don Giovanni che si rifiuta di pentirsi sul finale nonostante la consapevolezza della dannazione eterna; nasce e si affranca quindi il teatro musicale del romanticismo.
Uno splendido Don Giovanni che ho pescato su Pinterest; grazie a Laura Lebow
A partire dal 1789 le condizioni economiche di Mozart vanno sempre più deteriorandosi. Il compositore si ritrova a chiedere soldi in prestito, situazione attestata da circa una ventina di lettere che indirizza ad un commerciante di sua fiducia. In realtà la letteratura ci racconta di un Mozart che ama sperperare denaro in donnine e liquori cosa che forse in minima parte fu vera invece in quel periodo ci fu una congiuntura economica particolarmente sfavorevole per la musica ed il mondo musical-teatrale che fu il primo settore a subire drastici tagli a causa della guerra contro la Turchia. Ne deriva che diminuirono così anche gli introiti di Mozart derivati dalla pubblicazione dei suoi componimenti, un vero disastro economico per lui la cui vita ruotava totalmente intorno a questo settore. Del 1788 risalgono le sue ultime composizioni sinfoniche (la Sinfonia in si bemolle maggiore K 453, la sinfonia in sol minore K 550 e la Sinfonia in do maggiore K 551) trilogia che però è il vertice artistico sinfonico di tutto il settecento. Comincia nell'aprile del 1789 un lungo viaggio alla ricerca di nuovi incarichi che lo porta anche a Berlino dove scrive alla moglie Constanze di aver vista rappresentata la sua opera Il Ratto del serraglio e di aver scritto su commissione della Corte sei quartetti per archi; notizie di cui gli studiosi non hanno prova certa. Il viaggio fu evidentemente infruttoso e faticoso ed ebbe come unica conseguenza il fatto di allontanarlo emotivamente, sempre più dalla moglie. Il 1790 fu un anno davvero difficile per Mozart; compositore ormai universalmente noto nel suo paese ed in tutta Europa ma che non si preoccupava più di scrivere nulla di rilevante o di importante, si pensa infatti che cominciasse a soffrire di depressione. Tuttavia il 26 gennaio ebbe luogo la prima rappresentazione de Così fan tutte ossia la scuola degli amanti, replicata nove volte. Nel febbraio muore l'Imperatore Giuseppe II propugnatore di Mozart e gli succede Leopoldo II che non accoglie le sue richieste. Ricomincia a viaggiare, anche in Italia, e anche se questo non risolleva le sue condizioni economiche almeno il suo morale e la sua perdita di creatività subiscono un cambiamento in positivo; al suo ritorno a Vienna apprende che un impresario britannico lo vorrebbe a Londra fino almeno all'estate successiva per comporre due opere teatrali; la malferma salute della moglie Constanze che non avrebbe potuto seguirlo in Inghilterra, il fatto che contasse su probabili fonti di guadagno a Vienna ma semplicemente forse il fatto che non se la sentisse di emigrare in un altro paese lo fecero decidere di rimanere in Austria.
Immagine spero non sottoposta a copyright
Fecondo e creativo fu il suo ultimo anno di vita: compose infatti molti concerti ma degno di nota ed universalmente noto Il Flauto Magico che creò all'inizio di maggio del 1791 su libretto di Emanuel Schikaneder; a metà luglio gli giunse dall'impresario Guardasoni la commissione per un'opera seria italiana da mettere in scena a Praga, La Clemenza di Tito. Sempre durante l'estate gli giunse da un musicista dilettante certo Conte Walsegg la commissione per una Messa da Requiem il cui committente avrebbe dovuto restar segreto poichè pare fosse intenzione del Conte far passare l'opera come sua; non è chiaro se di questo particolare Mozart fu mai al corrente; fatto è che non potè cominciarla subito perchè già notevolmente impegnato. Da qui forse il mito del famoso Salieri del film Amadeus che si favoleggia volesse impadronirsi della Messa di Mozart; in realtà Salieri non ebbe mai la reale importanza che gli si attribuisce nel film.
La clemenza di Tito non andò un granché bene anche grazie, si fa per dire a commenti poco lusinghieri della, a quanto pare ignorante in materia, imperatrice Maria Luisa.
Grande successo ebbero invece le rappresentazioni del Flauto Magico la cui prima fu il 30 settembre 1791, ne è prova una delle ultime entusiastiche lettere che Mozart scrisse alla moglie allora in villeggiatura a Baden. Intanto stava faticosamente scrivendo la messa da requiem che mise però nuovamente da parte per scrivere il 15 novembre un'opera rimasta anch'essa incompiuta la Piccola cantata massonica K 623, salvo il 20 novembre cadere malato. Nei giorni successivi certo la sua salute non migliorò e toccò pure a lui di morire anche se aveva solo 35 anni. Riguardo alla malattia che lo colpì c'è molta confusione: si parlò di febbre miliare, di salassi praticati con troppa noncuranza, di febbre reumatica, di avvelenamento da mercurio salvo il fatto che gli ultimi studi rilevano che probabilmente morì di un attacco fortissimo di nefrite causato da una glomerulonefrite ovvero di una forte infiammazione renale che lo portò velocissimamente alla morte. Forse non lo sapremo mai. Certo è che si sarebbe potuto portargli un minimo di rispetto in più facendogli un funerale decente, massoneria o no, invece di far sì che a tutt'oggi non si possa andare a portagli due fiori in un posto che sia sicuro.
Beh seppellirlo in una tomba normale no ma il tempo di una maschera funeraria sì. Maschera funeraria di Mozart.
Nel mio immaginario però voglio ricordarlo così, con il viso candido e quasi sempre gioioso di Tom Hulce in Amadeus.
Il CONFUTATIS e la LACRIMOSA due delle parti della Messa da Requiem di Mozart che preferisco e che fanno parte del diciassette minuti o poco più di requiem realmente composti da Lui prima di morire. Come sapete il resto della Messa fu terminato da un amico di Mozart con scarsi risultati, almeno secondo me; non si può del resto nemmeno lontanamente uguagliare un tale genio. Questa parte di Messa da Requiem è qui magicamente diretta dal compianto Maestro von Karajan. Buon ascolto.
* intercesso e non interceduto come vorrebbe grammatica e sintassi; esistono però due casi in cui fu usato, uno nientemeno che da Vittorio Alfieri e l'altro da Oriana Fallaci, io ho preferito questa forma.
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Carissimi lettori, forse lo sapete forse no, comunque da qualche tempo mi occupo insieme a Max Ponte della programmazione della Casa delle Arti "Alfredo D'Andrade". Che cos'è la Casa delle Arti "Alfredo D'Andrade"? E' un progetto culturale che avevamo in mente da tempo; quello di riunire Artisti (pittori, scultori), Poeti, Scrittori, Musicisti al fine di creare un luogo comune in cui poter liberamente esercitare la propria arte. Anche se la Casa delle Arti è una realtà relativamente giovane ha già accolto al suo interno una numerosa e variegata schiera di sostenitori.
Una volta al mese diamo vita ad una serata in cui, per l'appunto, sono riuniti tutti questi "soggetti artistici", una volta la settimana almeno potete trovare la presentazione di un libro od un piccolo concerto, il tutto accompagnato da una fumante tazza di te' e da qualche biscottino. Il mercoledì ed il giovedì pomeriggio accogliamo alcuni ragazzi dalla comunità dell'oratorio Salesiano San Luigi di Torino per dare loro un pò di sostegno, insegniamo loro la lingua italiana, parliamo loro di arte anche attraverso le opere presenti nel nostro spazio.
A chiunque di voi interessi darci una mano, non solo intervenendo ai nostri eventi ma anche per quanto riguarda il laboratorio per i ragazzi dico, contattateci!! E se volete sapere quali sono i prossimi nostri impegni culturali potete trovare ciò che più vi piace qui sotto, nel nostro programma.
Il programma della Casa delle Arti "Alfredo D'Andrade"
A proposito di appuntamenti della Casa delle Arti: tengo ad informarvi che SABATO 19 GENNAIO dalle ore 11 sarà avviato il nostro bookcrossing (che potete trovare con l'hashtag #dandradebookcrossing). La nostra azione letteraria libererà circa 70/80 libri nella zona del Borgo Medievale, del Castello del Valentino, del Parco del Valentino e del quartiere di San Salvario. Tutti i libri saranno pubblicati in un bell'album che troverete sul nostro gruppo qui CASA DELLE ARTI ALFREDO D'ANDRADE quindi, se trovaste uno dei libri da noi liberati postate la foto sul gruppo con l'hashtag che vi ho indicato sopra!! I libri liberati saranno gentilmente offerti dalla LIBRERIA BELGRAVIA - TORINO.
Ma non ci limiteremo a questo!! Saremo gemellati in questa azione culturale con il circolo arci DOPOTUTTO di Avigliana che farà la stessa cosa dalla stessa ora e sarà supportata dalla Libreria Casa dei Libri di Avigliana.
Ecco i libri che verranno liberato sabato!!
Ed ecco la locandina dell'evento/bookcrossing!!
Ma c'è un altro evento di cui mi preme parlarvi: Si tratta della presentazione del libro -GRAMSCI, una nuova biografia- scritto da Angelo D'Orsi, VENERDì 25 GENNAIO alle ore 20,30 sempre alla Casa delle Arti "Alfredo D'Andrade"; è un incontro di approfondimento sulla vita ed il pensiero di Antonio Gramsci.
Angelo D'Orsi è stato professore ordinario della storia delle dottrine politiche presso il dipartimento di Studi Storici dell'Università di Torino. Si è occupato e si occupa di intellettuali italiani ed europei in età contemporanea, in modo particolare di Gramsci di cui è uno dei massimi conoscitori. Ha lavorato nei settori della metodologia storica e della storia della storiografia.
Un appuntamento da non perdere!! Qui sotto l'evento/invito. Mi raccomando, se siete interessati contattateci poichè i posti per la presentazione non sono illimitati.
Spero di aver fatto cosa gradita nell'indicarvi questi due imminenti ed interessantissimi eventi. Per qualsiasi cosa vogliate sapere vi invito ad iscrivervi al gruppo (lo trovate qui sopra) o a contattarci alla mail casadellartidandrade@gmail.com
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Proprio stamattina, primo gennaio 2019 alle ore 6,33 per l'esattezza la sonda New Horizons dopo tredici anni ha sorvolato MU69 (lo abbrevieremo così per non impazzire) altrimenti detto anche Ultima Thule. Perchè, però, questa pittoresca denominazione per questo lontanissimo corpo celeste?
Thule è un'isola leggendaria, che poi si è tentato di collocare nello spazio e nel tempo indicandola come l'Islanda, citata per la prima volta nei diari di viaggio dell'esploratore greco Pitea salpato da Marsiglia intorno al 330 a.c. Si è pensato a Thule come all'Islanda poichè viene descritta già allora come un'isola di ghiaccio e di fuoco dove il sole non tramonta mai a circa sei giorni di navigazione a nord di quella che oggi definiremo la Gran Bretagna. La sua vera collocazione rimane comunque ancora oggi piuttosto fumosa tanto che, per non sbagliarsi, si indica come Thule una possibile Islanda, Groenlandia, o parte della costa norvegese, sempre da quelle parti lì comunque sia, ma torniamo a noi.
Thule come viene indicata sulla cartina di Olao Magno nel 1539 fonte wikipedia
(486958) 2014 MU69 detto anche dalla missione New Horizons PT1 o 11, è un corpo celeste appartenente alla fascia di KUIPER ovvero una regione remota del sistema solare che si estende intorno all'orbita di Nettuno. E' denominata di "corpi minori" rispetto ai pianeti del sistema solare; simile alla fascia principale degli asteroidi è però venti volte più estesa e duecento volte più densa inoltre rispetto alla fascia principale degli asteroidi che è composta da corpi celesti prevalentemente di origine rocciosa, la fascia di Kuiper ha corpi formati da sostanze volatili congelate come l'ammoniaca, il metano e l'acqua.
Non starò a parlarvi dell'eccentricità o dell'eclittica di MU69 o Ultima Thule che dir si voglia, passiamo direttamente a cose più interessanti.
Tanto per farvi capire dove è ubicato il buon MU69 - picture taken from google image
Ultima Thule o MU69 è stato scelto nel 2015 come obiettivo per un sorvolo ravvicinato della sonda New Horizons (missione NASA, che poi non mi dicano che non li ho citati 😀).
Il nostro buon corpo celeste fu scoperto nel giugno del 2014 durante le osservazioni effettuate dal telescopio spaziale Hubble che era in cerca proprio di "oggetti spaziali" che potessero essere avvicinati senza troppo pericolo dalla New Horizons nella fase successiva all'esplorazione di Plutone. Inizialmente gli fu assegnato un nome assurdo composto solo da numeri e la sua esistenza fu rivelata solamente nell'ottobre dello stesso anno poichè si sapeva ancora troppo poco, per non dire nulla, del nuovo corpo celeste. Nel marzo del 2015 fu denominato MU69 (che fantasia), solo nel marzo del 2017 gli fu assegnata anche la numerazione che trovate prima di MU69 questo perchè non gli si erano ancora attribuiti tutti i parametri orbitali. A me sinceramente piace di più "Ultima Thule" e a voi?
Il buon New Horizons che stamane ha incontrato Ultima Thule - picture taken from google image
Infatti nel marzo del 2018 la NASA decise di fare una sorta di "referendum" popolare per dare un nome decente a sto corpo celeste che certamente se avesse potuto parlare non sarebbe stato felice di chiamarsi (486958) 2014 MU69. ULTIMA THULE fu proprio il nome preferito da tutti e dalla NASA stessa poichè richiamava proprio la lontanissima quasi irraggiungibile, mitologica isola, per indicare in modo carino il raggiungimento esplorativo di confini mai raggiunti prima. Infatti è con non poca emozione poichè adoro l'astronomia e lo spazio, che vi dico che quello di stamattina alle ore 6,33 ora italiana è stato il sorvolo ravvicinato (altrimenti detto in termini tecnici fly-by) più lontano nell'intera storia delle esplorazioni spaziali.
Ultima Thule e New Horizons insieme - picture from google image
Toh, vi faccio un regalo: il video, e soprattutto la musica!! di Brian May dei Queen che è dedicato espressamente al sorvolo di Ultima Thule. Presto su MI MANCANO I FONDAMENTALI, visto che ci è molto simpatico questo professore capelluto, anche un articolo su di lui!! Buona visione e buon ascolto!!
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