mercoledì 27 giugno 2018

🌳🌲 HENRY DAVID THOREAU: Ascoltare gli alberi 🌳🌲

Foto mia - tutte le immagini contenute in questo articolo sono di Enrica Merlo tranne quella di Mr. Thoreau e la sua firma che sono però di pubblico dominio.

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Un libro davvero incantevole, persin troppo per la profondità che realmente esprime. Ma chi è H. D. Thoreau?




Henry david Thoreau è stato uno scrittore, filosofo e poeta stanunitense. Nacque a Concord nel 1812. Si legò strettamente ad alcuni esponenti del trascendentalismo anche se poi in realtà non ne fece mai parte. Anzi, se ne discostò molto presto per elaborare una sua propria filosofia secondo la quale la natura è fonte di benessere e soluzione esistenziale. Si laureò all'università di Harvard nel 1837. Nel 1842 perse il fratello John e per tentare di superare la perdita e mantenere in qualche modo vivo il suo ricordo scrisse il romanzo in forma di diario "Una settimana sui fiumi Concord e Merrimack" dove la componente della reincarnazione si sente in modo preponderante.

Nel 1845 per sperimentare una vita senza vincoli e sovrastrutture sociali decide di ritirarsi in una capanna costruita da lui stesso presso il lago Walden sempre nei pressi di Concord, salvo poi nel 1847 trasferirsi  nella stessa città ospitato dall'amico e mentore Ralph Waldo Emerson e dalla sua famiglia.  Nel 1846 Thoreau si rifiuta per l'ennesima volta di pagare la poll-tax (che serviva per sostenere la causa razzista e schiavista nei confronti del Messico) e viene incarcerato per un giorno ed una notte. Quest'esperienza seppur breve lo segnerà profondamente e accrescerà in lui la convinzione, detta proprio terra terra, che le piante e gli animali son certo meglio degli uomini. Eccovi uno stralcio da "Disobbedienza civile" scritto nel 1849 in forma di saggio:

"Per sei anni non ho pagato la ‘‘poll-tax'’. Una volta per questo fui imprigionato, per una notte; e, mentre stavo lì ad esaminare i muri di pietra massiccia, spessi due o tre piedi, la porta di legno e ferro spessa un piede e le grate di ferro dalle quali filtrava la luce, non potevo fare a meno di rimanere colpito dall'assurdità di quell'istituzione che mi trattava come fossi semplice carne e sangue e ossa, da mettere sotto chiave. Mi stupivo che esso avesse concluso alla fine che quello fosse il migliore uso che poteva fare di me, e che non avesse mai pensato di avvalersi in qualche maniera dei miei servigi. Compresi che, se c'era un muro di pietra fra me e i miei concittadini, ce n'era uno ancora più difficile da scalare o rompere prima che essi potessero arrivare ad essere liberi come lo ero io. Non mi sentii segregato neppure per un attimo, e quel muro mi apparve solo un grosso spreco di pietra e di malta"

Nel 1854 pubblicò "Walden, ovvero la vita nei boschi" che, come si potrà dedurre, racconta della sua breve ma intensa esperienza nella sua capanna sul lago stesso. Termina la sua vita nel 1862 a Concord, sua città natale, per tubercolosi.





Dunque, se una mente è sufficientemente libera, intelligente e fantasiosa non è necessario uscire troppo dai propri confini fisici per "viaggiare". Infatti Thoreau visse tutta la sua vita gravitando praticamente intorno alla città di Concord (e alle sue campagne) ma se voi leggete "Ascoltare gli alberi" avrete la netta senzazione di sentir parlare un uomo che ha viaggiato e anche molto e che da questi viaggi ha tratto una saggezza infinita. Mi chiedo dunque se abbia ragione chi asserisce che chi non viaggia (o perlomeno non viaggia moltissimo) non può sapere nulla o quasi della vita. Se pensiamo poi che il grande Emilio Salgari ha scritto i suoi accuratissimi ed accoratissimi romanzi senza esser quasi mai uscito di casa allora la mia teoria è esatta. 

Ma torniamo a Thoreau e ad "Acoltare gli alberi" che non è altro che un sunto di alcuni stralci delle sue opere, dei suoi diari, una raccolta di pensieri profondissimi sulla natura in particolare sugli alberi quasi divinizzati dallo scrittore. A tratti la lettura è talmente intensa e profonda da risultar difficile leggerne più che pochi paragrafi alla volta al fine di riuscire ad assimilare appieno il suo esser tuttuno con la natura. 


Un brano dal libro

"Un millepiedi che si arrampica in paradiso" una figura stupenda da immaginare. E non è certo tutto qui: in un altro passaggio paragona il frusciare delle foglie ad una sorta di risacca delle onde per il popolo delle campagne, come se i boschi fossero il mare per i contadini. E poi i Pini visti come "frangia aggraziata per la Terra", oppure quando paragona gli uomini politici a degli alberi morenti ma a differenza degli uomini la loro parte conservatrice si estingue e morendo sono a disposizione per nutrire la natura o come le foglie ci insegnino a morire, loro così abituate a stare in alto sembra che siano felici quando, finito il loro ciclo vitale, si posano con grazia e levità sul terreno pronte a concedersi come nutrimento ad altri alberi che a loro volta produrranno altre svettanti foglie.


"... come un gruppo di coloni con i loro bambini"


"... fuoco preso a prestito... "

O come quando definisce, in pieno inverno il bosco ghiacciato affacciato al lago come se fosse -placcato d'argento- "Tutti gli oggetti, anche gli alberi di melo e le recinzioni, all'occhio sono argento lucido. E' un perfetto regno delle Fate", una figura bellissima da immaginare per chi può o chi ci riesce ma a volte è proprio leggere queste meraviglie immaginifiche e dello studio profondo nonchè della devozione, che può aiutare anche gli animi più sterili ed insensibili. Del resto se dopo 150 anni dalla sua morte da qualche parte in Italia un'Enrica Merlo si è emozionata tanto a leggere la sua raccolta vorrà dire che Thoreau ha fatto un gran lavoro.


"... solo la Natura può esagerare sé stessa"




E con questa mia buffa immagine non mi resta che dirvi che, non solo per quanto riguarda questo libro anche se mi ha molto colpita ma per tutti, la lettura deve e dovrà continuare ad essere parte integrante della nostra quotidianità per non permettere che la nostra fantasia si inaridisca ma soprattutto in questi tempi di social network, che la nostra fantasia scompaia in questo squallido gorgo di vuotezza che è molto spesso il web.

Buona lettura dunque.

Nella fattispecie io ho letto:


"Ascoltare gli alberi"
di Henry David Thoreau
I piccolo grandi libri - Garzanti
febbraio 2018


Enrica Merlo🐈 27/06/2018


MI MANCANO I FONDAMENTALI


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