Questa mia interessantissima lettura (lettura di parte tra l'altro 👏 vedi Gatti e Poesie-Cats & Poetry 💝) risale al giugno del 2016.
Bel libro ACCENDI LA TUA RADIO PER FAVOR..., senz'altro nostalgico e, per chi come me, tenta in qualche modo di fare radio e anche di qualità si spera, sicuramente un riferimento importante. Mi aspettavo tuttavia un tantino meno ossequiosità nei confronti del regime fascista anche se l'autore sarà sicuramente a torto o a ragione un nostalgico del duce, vero è però che la radio in Italia ha avuto la sua massima espansione proprio in quel periodo essendo l'unico mezzo di comunicazione di massa che riusciva, nel bene o nel male a raggiungere quasi tutte le fasce sociali pur essendo una radio di regime.
Anche se fintamente burlandosi di Mussolini e dei suoi accoliti, ho potuto notare un eccessivo soffermarsi dell'autore proprio su questo periodo storico della radio. C'è da dire a discolpa, se di discolpa si può chiamare, di Clivio, che ai tempi del fascismo egli era poco più che fanciullo e probabilmente come quasi tutti i ragazzi di allora aveva una spropositata adorazione nei confronti della "virilità" mussoliniana facendo parte del ceto medio alto della società italiana e con un padre quasi sicuramente simpatizzante fascista. Mancanti anche notizie di tipo radiofonico anche dell'immediato dopoguerra e pensare che Franco Clivio allora era già un ragazzo e nulla o quasi riguardo al profluvio di radio private fiorite intorno al 2000 anno in cui per l'appunto è stato scritto questo libro. Non che sia rimasta delusa anche perchè a onor del vero il sottotitolo di questo libro è "dall'Eiar alla rai sulle onde dell'etere" però essendo Clivio un profondo conoscitore della radio in toto mi sarei aspettata qualche notizia in più riguardo ai "tempi moderni". Critiche a parte nulla toglie invece il fascino ed il lieve senso di nostalgia nei confronti degli albori radiofonici e dei personaggi citati, dal Trio Lescano, che non avevo idea fosse formato da tre sorelle olandesi e di tutti quei nomi che ho sentito citare durante la mia vita ma di cui non sapevo nulla.
Gradevolissime le canzonette anteguerra citate ed ascoltate grazie a youtube (per fare un esempio ALBERTO RABAGLIATI con "Quando la radio canta"). Bellissimi i testi di canzoni citate che potrebbero essere delle filastrocche o delle gioiose poesie in rima. Insomma una piacevole esperienza, una bella lettura nonostante la smaccata ammirazione per la "radio fascista" alla quale va però senz'altro il merito di aver divulgato il mezzo radiofonico con una capillarità davvero incredibile per quei tempi. Bellissimi poi i passaggi riguardo alle descrizioni delle marche delle radio, dei prezzi spesso proibitivi, dei sacrifici fatti dalle famiglie pur di avere un apparecchio radiofonico in casa, della gioia che si provava all'arrivo della radio e comunque sia, della comunanza, dello stare insieme tutti intorno a questa scatola parlante cosa che non accade più ai giorni nostri, anzi. Si dovrebbe tornare un tantino indietro e imparare ad apprezzare a stare in famiglia, tra amici senza avere uno smartphone in mano.
Un esperimento comunque davvero coraggioso quello di Monsù Clivio che nelle pagine di questo libro ci porta, comunque sia, in un momento storico affascinante, immaginando attraverso quelle voci d'altri tempi signori alti con completi alla Humphrey Bogart e signore bellissime con sorrisi enormi ed acconciature perfette. Una radio magari pilotata ma con il fascino che hanno tutte le avventure quando sono appena cominciate e hanno davanti a loro uno splendido orizzonte libero da nubi.
Alberto Rabagliati in QUANDO LA RADIO CANTA.
Una radio "a valvole"
L'interno
Una mitica radio TELEFUNKEN.
Qui MI MANCANO I FONDAMENTALI
ENRICA MERLO
14/01/2017
BUONA LETTURA E BUON ASCOLTO!!
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